Corriere della Sera

La difficile equazione tiri e gol di bianconeri e rossoneri Mira, gioco, frenesia, altre idee

- Paolo Tomaselli

Risultato peggiore La Juve è la squadra con il peggior rapporto tra tentativi effettuati e gol realizzati

Il calcio è quello sport nel quale fai 45 tiri in porta contro due squadre di medio livello (Udinese e Chievo) e segni un misero gol su rigore. Poi concludi due volte in dieci minuti contro il Manchester City e ne fai due al portiere della nazionale inglese, che era imbattuto da 635 minuti. La strana equazione risolta dalla Juventus con la vittoria in Champions sul campo dei dominatori della Premier League adesso va applicata in fretta anche al campionato: la nuova formula del 4-3-3 spiega molto della svolta bianconera, ma probabilme­nte non tutto. E la convinzion­e espressa da Allegri e dai suoi giocatori sembra paradossal­e ma non lo è: «È più difficile fare un certo tipo di calcio in Italia, rispetto a certi campi d’Europa, dove la tattica è meno esasperata e ci sono più spazi per colpire».

Proprio per questo serve subito la controprov­a: «Abbiamo dimostrato di poter vincere ovunque e dobbiamo assolutame­nte cominciare a fare tre punti in campionato» rilancia Alvaro Morata, che con il suo magnifico gol al City ha cancellato quell’espression­e preoccu-

pata dalle facce juventine. Qualsiasi risposta arriverà domani pomeriggio a Marassi, contro il Genoa che l’anno scorso fu la prima squadra a battere gli uomini di Allegri, non sarà per nulla banale. Perché quella di Gasperini è una squadra che ha ritmo e un talento piuttosto spiccato nel far giocare male gli avversari. E far giocare male vuole dire anche farli sbagliare quando arrivano in zona gol. La Juventus è la squadra con la mira peggiore dopo tre giornate, nel rapporto fra i tiri effettuati verso la porta (19 di media a partita), quelli che la porta l’hanno almeno centrata (14 in totale, il 25%) e i gol fatti — due — ovvero appena il 14% dei tentativi effettuati. Per invertire la tendenza e fare meglio di questo stillicidi­o di occasioni sbagliate (anche da Pogba, che ieri si è regolarmen­te allenato dopo la febbre), grandi parate, pali e palloni calciati in tribuna, in effetti basta poco: più qualità delle giocate (corner compresi), meno frenesia e una maggiore fluidità della manovra. Tutti elementi che predica Allegri, assieme alla pazienza, che però in campionato a 8 punti dall’Inter è già esaurita.

Lo stesso problema, ma da un punto di vista differente ce l’ha anche il Milan di Mihajlovic. Il guaio in questo caso è soprattutt­o alla fonte del gioco: i rossoneri sono quelli che tirano meno nello specchio della porta, appena 7 vol-te in 3 partite (la migliore è la Lazio con 19). Con queste premesse e con la difficoltà di provvedere agli approvvigi­onamenti per gli attaccanti, sono stati anche bravi Luiz Adriano e Bacca a fare un gol a testa, contro l’Empoli e Balotelli a rendersi subito pericoloso nei 33’ giocati nel derby: «I numeri non dicono mai bugie — riconosce Mihajlovic — . Abbiamo avuto occasioni ma poi abbiamo scelto altre soluzioni. Però, come diceva Boskov, “chi tira, mai sbaglia”. Ci stiamo lavorando in allenament­o, quando si può si deve calciare, anche da lontano, diventerà automatico». Boskov diceva molte altre cose, ma per Milan e Juve il tempo delle parole sta già finendo.

La verità di Boskov Mihajlovic: i numeri non dicono bugie, tiriamo poco. Ricordo Boskov: “chi tira mai sbaglia”

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