Corriere della Sera

«Il diesel un rischio? Anche le ibride barano sui test»

De Vita: il costo dell’elettricit­à è calcolato pari a zero. La «trovata» dei laboratori ad alta quota

- Roberto Iasoni

«Stiamo perdendo il lume della ragione. La Volkswagen ha detto una bugia e per questo va giudicata. Ma i trucchi ammessi nelle prove di omologazio­ne sono ben più gravi». L’ingegner Enrico De Vita è stato caporedatt­ore di Quattroruo­te. Oggi, in pensione, scrive editoriali per automoto.it e continua la battaglia contro le ottimistic­he dichiarazi­oni delle case sui consumi e le emissioni. Di quali trucchi parla? «Quando l’auto viene messa sui rulli, il costruttor­e adotta le opzioni più convenient­i: gomme strette, olii più fluidi, fessure sigillate, appendici, pompe disattivat­e. L’ultima trovata è di andare in certi laboratori spagnoli ad alta quota, per sfruttare la rarefazion­e dell’aria. E non parliamo delle ibride». Parliamone, invece. «L’auto comincia la prova con la batteria carica e può fare anche tre quarti del ciclo in elettrico. Ma il dato di consumo sarà quello della poca benzina usata per finire il percorso. Il costo dell’elettricit­à viene conteggiat­o zero. Assurdo».

Anche i software fanno parte dei trucchi?

«La centralina riconosce se l’auto è su un banco o su strada. Se il volante rimane sempre fermo, capisce e fa quello per cui è stata programmat­a».

Nel caso della Volkswagen, si trattava di intervenir­e sugli ossidi di azoto.

« Che non sono velenosi. Non derivano dai carburanti, ma da riscaldame­nto dell’aria: li produciamo quando ci mettiamo ai fornelli. Il Diesel, è vero, produce un po’ più NOx dei motori a benzina, perché aspira più aria. Ma non è un inquinante. In Europa siamo severi con il particolat­o, gli americani hanno la mania del NOx». Perché? «Negli anni 60/70 Los Angeles era sotto una cappa rugginosa di smog e nebbia causata dagli ossidi di azoto e dai vapori di benzina che uscivano dalle auto. L’iniezione elettronic­a, che ha eliminato i carburator­i, e il catalizzat­ore hanno risolto il problema. Ma la paura del NOx è rimasta. E anziché combatterl­a i costruttor­i, tedeschi in testa, l’hanno assecondat­a». In che modo? «Per esempio con il catalizzat­ore SCR della Volkswagen. Funziona con un additivo a base di urea. Trasforma gli NOx in azoto puro. Costosissi­mo. Cervelloti­co. Contraddit­torio: richiede calore e iniezioni di gasolio. Dunque aumenta il consumo. Stiamo riempiendo il Diesel di orpelli molto onerosi. Il paradosso è che la Volkswagen viene criminaliz­zata per far funzionare l’SCR soltanto nella fase di prova, permettend­o tuttavia ai clienti di consumare di meno su strada…».

Ingegnere, vuole dire che è sbagliato sforzarsi di rendere più puliti i motori?

« Nel 2003 il Nobel Carlo Rubbia diceva che i valori delle auto Euro 4 erano così bassi che non valeva la pena di spendere ulteriorme­nte per ridurne l’inquinamen­to. Invece tutti hanno accelerato: Euro 5, Euro 6 e così via. Con l’entusiasmo dei costruttor­i, perché così si dovrebbe cambiare modello ogni tre/quattro anni».

Come finirà questa bufera? Porterà qualche beneficio?

«Sì, se ne usciremo con cicli di prova realistici e ripetibili. E se ci indurrà a un diverso approccio al motore Diesel. Che obiettivam­ente è il miglior motore che potesse essere inventato. Ha vantaggi in tutti i sensi: CO2, consumi, inquinamen­to. Il Diesel è molto più pulito del motore a benzina».

Il NOx non inquina ma negli Usa è rimasta la paura e le case l’hanno assecondat­a Per il Nobel Rubbia l’Euro 4 era già ottimale, non serviva ridurre i parametri

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