Juve senza anima
È crisi Il pareggio col Frosinone esaspera la situazione: troppi errori in attacco, manca l’identità Elkann duro: «Ci vuole più determinazione» Allegri processa la squadra, urgente la svolta
La regola del cinque certifica i disagi della Juventus che assomigliano tanto ad una crisi: 5 punti in 5 partite con 5 gol segnati e 5 subìti. E un multiplo di 5, cioè 10, rappresenta l’angoscioso ritardo dall’Inter capolista, mai successo nella storia bianconera a questo punto della stagione. In un mese di campionato la vecchia regina ha smarrito tutte le caratteristiche che l’avevano resa invincibile: solidità, cinismo, forza, abilità nel leggere le varie fasi della partita. Il resto viene di conseguenza. Lo Stadium, che era un fortino inespugnabile, ora è un tabù: 2 punti contro tre provinciali, Udinese, Chievo e Frosinone, dilatano l’allarme. Fa male soprattutto l’ultimo pari perché ricaccia indietro i progressi mostrati in Inghilterra contro il City e a Marassi con il Genoa. Con il Frosinone la Juve si è buttata via con una leggerezza che Allegri trova insopportabile. «Dobbiamo essere svegli, altrimenti ci rubano la merenda». Dietro la battuta da livornese arguto, c’è il malessere dell’allenatore che non riesce a far quadrare il cerchio.
La Juve è forte, ma non cresce «e oggi siamo una squadra che può vincere e può perdere contro tutti» il grido di allarme di Max nella notte dei lunghi coltelli dopo che Blanchard, tifoso juventino ma difensore del Frosinone, ha riportato i bianconeri sulla terra. Troppe cose non funzionano: la squadra è confusa, disordinata, sprecona. Soprattutto, sprecona. Perché nelle tre partite davanti ai suoi tifosi avrà tirato poco meno di un centinaia di volte segnando appena due gol, un rigore di Dybala contro il Chievo e un quasi autogol con il Frosinone (il tiro di Zaza è stato deviato in maniera decisiva da Blanchard). Manca la personalità di Tevez, leader e cecchino. Ora anche l’infortunato Marchisio, ma non solo. Gli infortuni, dieci, hanno condizionato il lavoro di Allegri e i giovani maturano lentamente: «La crescita non è come dovrebbe essere», dice spietato Allegri che dopo averci dormito sopra twitta: «Serve essere più essenziali». Max a Vinovo ha processato la Juve per come ha gestito il finale di gara. Più che con Pogba, che si è addormentato sulla rete di Blanchard, l’allenatore se l’è presa con Dybala, colpevole di aver buttato via un pallone prezioso. Tra il tecnico e la giovane stella, pagata 40 milioni, non è ancora scattato il feeling. Ma non è un problema di singoli, casomai di identità: con il Frosinone la Juve ha cominciato con il 4-3-3 salvo passare nella ripresa al 3-5-2 con due sostituzioni
Malore Lichtsteiner ha avuto un malore. Servono nuovi esami ma non giocherà a Napoli Bonucci Dobbiamo trasformare i fischi in applausi. Il pari con il Frosinone deve farci tornare la fame. Così si diventa grandi
anche se una forzata, quella di Lichtsteiner, portato all’ospedale Mauriziano e poi dimesso dopo un malessere «con difficoltà respiratorie». Lo svizzero è atteso da nuovi esami.
«Non dobbiamo demoralizzarci», il tweet di Allegri. Bonucci sceglie Facebook per rilanciare la sfida: «Trasformiamo i fischi in applausi. Deve tornarci la fame». E proprio qui sta il punto. Forse è subentrato un certo appagamento che può aver condizionato i nuovi arrivi. «Mi auguro che la Juve riesca ad affrontare squadre come il Frosinone con la stessa determinazione mostrata a Manchester», le parole di John Elkann che hanno scosso Vinovo. Napoli e Siviglia, tra domani e mercoledì, saranno due esami decisivi. Per rilanciare la sfida e non sprofondare.