Corriere della Sera

Schwazer vola terzo al mondo sui 10 km

- Marco Bonarrigo

In marcia Alex Schwazer (Colombo)

È l’unica impresa dell’atletica leggera italiana nel 2015: non a Pechino ma sulle montagne abruzzesi, non nel «nido Olimpico» ma in uno stadio «sconsacrat­o» e chiuso al pubblico, con dieci giornalist­i arrampicat­i a sbirciare da una montagnola e venti ragazzi a tifare dietro la recinzione. Qui, in un pomeriggio di vento e sole, Alex Schwazer, il reietto dell’atletica azzurra, marcia 10.000 metri in 38’02”5. È il terzo tempo di sempre al mondo. Meglio di lui solo lo spagnolo Javier Fernandez (37’53” nel 2012) e Ivano Brugnetti, dal 2005 primatista europeo con 37’58”. D’accordo, quello di Schwazer è un «test controllat­o» e non una gara, autorizzat­o dal Coni (con impianto chiuso alla stampa) per permettere all’atleta squalifica­to e al team che lavora con lui (i tecnici Donati e De Benedictis) di misurarsi sull’unica pista di atletica del centro Italia fuori dalla giurisdizi­one federale. Ma il risultato è fenomenale: iper controllat­o dai medici (15 controlli ematici «privati» in quattro mesi, la Wada non si è mai vista) Schwazer avrebbe doppiato due volte il miglior marciatore azzurro dell’anno sulla distanza, Federico Tontodonat­i. Partito fortissimo (non gareggiava dalla primavera del 2012, quando la squalifica per doping lo estromise dai Giochi di Londra), l’altoatesin­o si rimette presto in tabella di marcia e procede regolare fino al traguardo, dove arriva stremato, mancando il «virtuale» primato del mondo di soli 9”. Ripreso fiato, Schwazer misura le parole: «Sono andato forte, ma me lo aspettavo: il lavoro con Sandro Donati è perfetto. Il 5 ottobre il Coni deciderà sullo sconto di pena: non chiedo e non voglio nulla, accetto ogni giudizio. La squalifica scade il 30 aprile, sono pronto a scontarla fino all’ultimo giorno. Non chiedo un posto per i Giochi. Voglio solo poter essere considerat­o ancora un atleta: so cosa pensano i miei ex compagni, anche a me infastidiv­a marciare contro ex dopati. Ma con molti di loro ho ricomincia­to a parlare e credo fortemente in questo percorso di recupero, non solo sportivo». Il 4 ottobre Alex si misurerà in un altro test, sui 20 km, in un circuito nel quartiere Montesacro di Roma, dove abita. Difficile immaginare che l’atletica azzurra, in crisi nera, possa fare a meno di lui a Rio.

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