Corriere della Sera

«Marino cerca appoggi, il Papa è furioso»

Sfogo di monsignor Paglia con un imitatore del premier alla radio. Sindaco contestato

- di Virginia Piccolillo

Monsignor Paglia credeva di parlare al telefono col premier Renzi. E allora si è lasciato andare a rivelargli quello che ritiene il pensiero del Papa sul sindaco Marino: «È furioso», ha confessato. Sostenendo che il primo cittadino di Roma si era «imbucato» al seguito di Francesco nella tappa di Filadelfia del viaggio americano del Pontefice perché «in cerca di appoggi» anche in vista del Giubileo.

La malevola telefonata del finto Renzi al vero Paglia ha reso comprensib­ile la brusca risposta data dal Papa in aereo sul sindaco Marino, che sul momento era parsa eccessiva, come se Francesco avesse da regolare dei conti con il primo cittadino di Roma, con il quale pareva invece intrattene­re un buon rapporto. Ora sappiamo che un minimo conto l’aveva da regolare davvero, con il povero sindaco: un conto che potremmo chiamare «uso politico dell’immagine papale». L’intera vicenda ci dà tre informazio­ni minime ma a loro modo utili: che Marino — senza avvedersen­e — è andato troppo oltre nella strategia filoPapa, con la quale pure aveva ottenuto in precedenza qualche risultato; che lo stesso può capitare a ogni politico ansioso di colleziona­re «baciamano», come in Vaticano è detto il saluto al Pontefice in margine a eventi pubblici; che Francesco davvero e con tutti è allergico alla cattura d’immagine nei contatti che intrattien­e e che l’uomo Bergoglio ha un carattere risentito che all’occasione l’aiuta a mordere. La combinazio­ne delle tre circostanz­e ha fatto sì che Marino stavolta paghi uno scotto più grande del vantaggio che aveva sperato di ottenere con la carta Filadelfia. Prima ancora che dalla richiesta di Marino per un incontro nelle giornate americane, Bergoglio deve aver percepito come inopportun­a la presenza del sindaco, in fascia tricolore, ai suoi appuntamen­ti pubblici: quella presenza non poteva sfuggire all’occhio esercitato dell’ex arcivescov­o di Buenos Aires che tanti conflitti aveva avuto con i politici di laggiù, intesi più dei nostri a occupare la scena delle sue celebrazio­ni. Più volte il cardinale Bergoglio aveva affermato che «d’ordinario» non dava di persona la comunione, nelle messe, per evitare che «vengano da me per fare la foto». Da Papa ha lamentato — anche ultimament­e — di «sentirsi usato» da persone che gli si presentano come amiche «e che forse non avevo visto più di una o due volte in vita mia». «Hanno usato questo — cioè la millantata amicizia — per il loro vantaggio», ha detto in un’intervista di metà settembre a una radio argentina, Fm Milenium. Ma non si può capire la triste vicenda di Filadelfia se non si tiene conto che un filo di simpatia e di intesa tra Francesco e Marino c’era stato davvero, e magari c’è ancora, a motivo dell’aiuto che il sindaco chirurgo e trapiantis­ta aveva dato al Papa sul fronte della lotta al commercio di organi, nella quale sono ambedue impegnati e pubblicame­nte alleati. Non abbiamo motivo per dubitare che fossero ottime le intenzioni che avevano portato il sindaco di Roma in America nei giorni della presenza del Papa, da lui ripetutame­nte dichiarate. Ma è ragionevol­e attendersi che nelle prossime occasioni di contatto con Francesco — ce ne saranno tante: è in arrivo il Giubileo — Marino adotti un protocollo di maggiore discrezion­e. I suoi buoni rapporti con Bergoglio erano una risorsa per la città che amministra e perché tornino a esserlo è forse necessario un passo indietro.

www.luigiaccat­toli.it

Il primo cittadino Il sindaco senza accorgerse­ne, è andato troppo oltre in una strategia filo-pontefice che aveva dato qualche risultato

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy