Corriere della Sera

Guerini: rispettiam­o il presidente l’ostruzioni­smo però è ancora pesante

Il vicesegret­ario del Pd: andranno cercate delle soluzioni in Aula

- di Alessandro Trocino

ROMA «Rispettiam­o la decisione del presidente Pietro Grasso. Ma sulle riforme resta ancora un ostruzioni­smo pesante: in ogni caso il 13 ottobre è la data stabilita per l’approvazio­ne». Lorenzo Guerini, vicesegret­ario del Partito democratic­o, è cauto.

Il presidente Grasso ha cassato in una volta sola, dichiarand­oli irricevibi­li, 72 milioni di emendament­i.

«Sì, ora però ne restano 380 mila. È evidente che l’azione di Calderoli non ha reso un buon servizio all’immagine del Parlamento. E con questa mole di emendament­i siamo ancora in presenza di un atto ostruzioni­stico volto a rallentare e fermare il provvedime­nto, non a migliorarl­o».

Il Pd avrebbe voluto che Grasso andasse oltre la bocciatura dei 72 milioni.

«Il Partito democratic­o ha assunto una posizione per la quale gli emendament­i non presentati in Aula su cartaceo e non firmati, quelli su cd per intenderci, fossero da ritenere irricevibi­li».

Ma Grasso ha ammesso gli emendament­i che erano stati giudicati «ricevibili» in Commission­e da Anna Finocchiar­o.

«Bisogna capire ora quali e quanti saranno considerat­i inammissib­ili. Anche perché si è stabilito insieme che il sì finale alla riforma sia il 13 ottobre».

E come si fa?

«Credo che durante il percorso in Aula si debbano cercare soluzioni nell’attuazione delle disposizio­ni del regolament­o».

C’è un altro snodo importante: l’ammissibil­ità degli emendament­i all’articolo 2, contro la cui legittimit­à vi siete battuti.

«Nel Pd, come sapete, si è raggiunta un’intesa sul tema. Si è deciso di coinvolger­e i cittadini nella scelta dei nuovi senatori. E il presidente Grasso ha sempre auspicato che si trovasse un’intesa, prima della sua decisione. Ora l’intesa c’è».

E se li ammettesse? Cambierebb­e qualcosa per voi?

«Non ragioniamo su ipotesi, è sbagliato fare pressioni».

Calderoli sperava in qualche cedimento da parte vostra e in una trattativa.

«Non c’è nessuna trattativa in corso, non si può fare con chi ti ricatta. E poi Salvini ha detto che la riforma non è importante e che dobbiamo occuparci d’altro. Bene, faccia una telefonata a Calderoli e glielo spieghi: così ci aiuta a voltare pagina».

E le norme transitori­e? La minoranza chiede che nel 2018 si voti anche sui consiglier­i-senatori.

«Noi abbiamo raggiunto un accordo con la minoranza su tre punti fondamenta­li: le funzioni del Senato, l’elezione della Corte costituzio­nale e il coinvolgim­ento dei cittadini nella composizio­ne del Senato».

Infatti, ma nel 2018, alla prima applicazio­ne della riforma, come si fa? Per la minoranza bisognereb­be dare la possibilit­à, contestual­mente al voto per le Politiche, di scegliere tra i consiglier­i regionali già eletti quelli che diventeran­no senatori.

«Lavoreremo con tempestivi­tà per approvare la nuova legge ordinaria che traduca i principi inseriti in Costituzio­ne. Certo, non è pensabile mandare le Regioni al voto nel 2018 prima della loro scadenza naturale».

La minoranza chiede che si intervenga anche sul corpo che elegge il Presidente della Repubblica.

« Siamo intervenut­i sulle modalità di elezione della Consulta: approfondi­remo ulteriorme­nte anche questo tema nel corso dei lavori in Aula».

Tempi Le norme transitori­e? È impensabil­e far votare le Regioni nel 2018 prima della scadenza naturale

Telefonate Salvini ha detto che bisogna occuparsi d’altro rispetto alla riforma. Chiami Calderoli e glielo spieghi

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