Corriere della Sera

«Con me politici tremebondi Facevo ciò che volevo»

- G.Ca Giovanna Cavalli

Michele Anzaldi dice che nessuno del Partito democratic­o vuole più andare ospite a RaiTre.

«Ma non è vero, mi pare che a Ballarò si presentano lo stesso». Angelo Guglielmi ( nella foto), 86 anni, critico e scrittore, quella rete l’ha diretta dal 1987 al 1994. Di più: fu una creatura sua e faceva il 10 per cento come niente.

Dire: «Questi non sanno chi ha vinto» è una bella ingerenza. A lei è mai capitato?

«Figuriamoc­i, nessuno si azzardava a contestarm­i nulla, i politici erano tutti tremebondi di intervenir­e, potevo fare quello che volevo». Li intimoriva lei, forse. «Guardi, stavano zitti non perché fossero generosi e libertari o avessero più rispetto per la libertà d’espression­e». E allora come mai? «Noi facevamo una grande tv, due prime serate al giorno, una dietro l’altra. La nostra presenza gli conveniva, il gradimento era altissimo».

Oggi cosa resta di quel che fu?

«C’è qualcosa che ancora brilla, Chi l’ha visto, Fazio. Ma è poca roba. I talk show si ravvivano solo con Salvini che, come tutti i gradassi, fa presa. Massimo Giannini è bravissimo, un profession­ista eccellente. Ma sulla carta stampata, non è da video». E cosa non c’è più? «La formula vincente di Raitre si è esaurita da tempo e non ne è stata trovata una nuova. C’è poca competenza di chi fa television­e, noi ogni mese selezionav­amo nuovi giornalist­i, tutti presi dalla strada. Ci volle coraggio a lanciare uno come Giuliano Ferrara».

La riforma della Rai va avanti.

«Però la mano dei partiti non è stata tolta, anzi. L’impianto è rimasto quello di sempre, la spartizion­e prosegue come e più di prima». Lottizzazi­one continua. «Questo andrebbe colpito, non serve attaccare le debolezze di Vianello».

La vicenda

In una serie di dichiarazi­oni al il membro pd della commission­e di Vigilanza Rai Michele Anzaldi ha attaccato la linea di Rai3: «È un problema grande — ha detto Anzaldi — il Pd viene regolarmen­te maltrattat­o» lavata di testa», assicura Anzaldi. «Pentito io? E perché dovrei, ho solo detto quello che pensavo e lo ribadisco con i dati sotto mano dell’Osservator­io di Pavia. A RaiTre viene violato il pluralismo che nel servizio pubblico non è discrezion­ale». Non ce l’ha con le ospitate dei Cinquestel­le. «Ma no, quella era una cosa uscita una settimana fa in Vigilanza. La realtà è che a RaiTre chi fa il pieno è la minoranza Pd. Sa chi è il più presente, dopo Renzi? Roberto Speranza». Le accuse di Grillo non gli hanno fatto piacere, ovvio: «Io come Goebbels? Di peggio non mi potevano dire, a me che sono il più a sinistra di tutti. Grillo mi attacca, invece dovrebbe farmi un monumento».

Se è per questo ci va pesante anche il comitato di redazione del Tg3 che giudica le sue parole « inaccettab­ili » e trova che ricordino nei toni « gli editti bulgari di berlusconi­ana memoria». Per i segretari della Federazion­e nazionale della Stampa, Raffaele Lorusso, e del sindacato Usigrai, Vittorio Di Trapani, si tratta di frasi «gravissime che rivelano la visione di una Rai totalmente asservita al potere di turno».

Daniela Santanchè ha una parola buona per tutti: «I signorini benpensant­i della sinistra si rivelano nemici acerrimi di chi osa criticarli, i grillini gridano allo scandalo quando sono i primi a tappare la bocca a chi non la pensa come Grillo e Casaleggio».

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