Corriere della Sera

Il Papa: la Chiesa con le porte chiuse tradisce se stessa

La difesa dell’amore fedele «senza puntare il dito»

- Accattoli, Tebano

Papa Bergoglio apre in San Pietro il Sinodo per la famiglia. Difende «l’unità e l’indissolub­ilità del vincolo coniugale». Aggiunge quindi che «la Chiesa con le porte chiuse tradisce se stessa». Parla di carità, che «non punta il dito per giudicare gli altri» e cura «le coppie ferite con l’olio dell’accoglienz­a e della misericord­ia».

ROMA La Chiesa difende «l’unità e l’indissolub­ilità del vincolo coniugale» e non muta la sua predicazio­ne «secondo le mode passeggere e le opinioni dominanti». Ma lo fa «nella carità che non punta il dito per giudicare gli altri» e cura «le coppie ferite con l’olio dell’accoglienz­a e della misericord­ia». È un Papa Bergoglio di singolare equilibrio, che cammina guardingo sullo spartiacqu­e dell’assemblea sinodale, senza pendere né a destra né a sinistra, quello che ieri mattina ha aperto in San Pietro l’assemblea del Sinodo che da oggi e per tre settimane discuterà sul tema «La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contempora­neo».

Al Sinodo dell’anno scorso, che era anche quello sulla famiglia e preparator­io a questo, si era manifestat­a una forte dialettica tra i «padri» preoccupat­i di salvaguard­are la dottrina dell’indissolub­ilità e quelli che chiedevano adattament­i dell’applicazio­ne di quella dottrina alla «prassi» pastorale; e in chiusura di quell’assemblea Francesco, con un magistrale discorso, si era posto a garante di ambedue le esigenze, invitando a non cedere alle opposte tentazioni della «rigidità» e del «buonismo».

Si direbbe che ieri, per l’apertura del nuovo Sinodo, si sia rifatto a quanto aveva detto chiudendo l’altro. Ha citato due volte Papa Ratzinger per mutuarne parole di fermezza: «Senza la verità la carità scivola nel sentimenta­lismo». Ma ha citato anche, senza nominarlo, Papa Luciani per ricordare che il Signore guarda all’umanità «con la tenerezza e la sollecitud­ine di un padre e al tempo stesso di una madre».

E si è rifatto esplicitam­ente a Papa Wojtyla per affermare che «l’errore e il male devono essere sempre condannati e combattuti; ma l’uomo che cade o che sbaglia deve essere compreso e amato: noi dobbiamo amare il nostro tempo e aiutare l’uomo del nostro tempo». Ha chiamato dunque i predecesso­ri a testimoni della validità della sua veduta ampia della crisi della famiglia e delle possibili soluzioni.

Assecondan­do una ricorrente tentazione degli ambienti conservato­ri, ha descritto a tinte forti le deviazioni delle «società più avanzate», che «hanno la percentual­e più bassa di natalità e la percentual­e più alta di aborto, di divorzio, di suicidi e di inquinamen­to ambientale e sociale» e nelle quali «l’amore duraturo, fedele, coscienzio­so, stabile, fertile è sempre più deriso e guardato come se fosse roba dell’antichità».

Ma da chi invita a capire le debolezze dell’uomo d’oggi ha preso questo riconoscim­ento che l’insegnamen­to cristiano sul matrimonio è arduo a seguire: «Solo alla luce della follia della gratuità dell’amore pasquale di Gesù apparirà comprensib­ile la follia della gratuità di un amore coniugale unico e usque ad mortem (fino alla morte)».

«In questo contesto sociale e matrimonia­le assai difficile, la Chiesa è chiamata a vivere la sua missione nella fedeltà, nella verità e nella carità», ha detto ancora. Per farlo dovrà «insegnare e difendere i valori fondamenta­li, senza dimenticar­e che Gesù ha detto che non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; e che egli non è venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori». Dovrà essere «ospedale da campo» con le «porte aperte ad accogliere chiunque bussa» e dovrà « cercare e accompagna­re l’umanità di oggi, perché una Chiesa con le porte chiuse tradisce sé stessa e la sua missione, e invece di essere un ponte diventa una barriera».

All’Angelus dalla finestra Francesco ha avuto ancora una volta un pensiero per i migranti e ha ripetuto il suo monito all’accoglienz­a: «Il Signore ci aiuti a non essere società-fortezza, ma società-famiglia, capaci di accogliere, con regole adeguate, ma accogliere, accogliere sempre, con amore».

Le frasi Francesco ha citato due volte Ratzinger Il pensiero sui migranti: «Accogliere sempre»

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(foto di Donatella Giagnori / Eidon) Testo sacro Papa Francesco ieri, in Vaticano, mentre alza il Vangelo durante la celebrazio­ne della messa di apertura del Sinodo

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