Maternità e lavoro Il #tempodelledonne
Condizione femminile e sfide del futuro
I congedi per gli uomini Un uomo su due vorrebbe che in Italia esistesse il congedo obbligatorio di paternità, ma pochi padri usano quello facoltativo. Perché stare a casa per curare i figli è malvisto in azienda e si viene pagati al 30%, troppo poco
Tecnologia al femminile, alla prima edizione del Tempo delle donne abbiamo visto che il binomio soffre ancora di stereotipi e barriere. La sfida di quest’anno è stata andare oltre le apparenze per capire come il contributo all’innovazione passi soprattutto dalla creatività, il desiderio di realizzare le proprie aspirazioni e la possibilità di trovare un equilibrio tra il tempo del lavoro e della vita. In nome di Ada Lovelace, figlia di lord Byron e pioniera dell’informatica troppo spesso dimenticata, con la speranza che la sua storia sia di ispirazione per un nuovo cambiamento e per nuove iniziative.
Emozione Era la sera del 3 settembre 2006. Clementina è ferma lì. Con lei abbiamo provato a scalare la sola montagna della quale non si vede mai la cima: quella del dolore per la perdita di una figlia. Veronica aveva 19 anni, il suo ex fidanzato le sparò e da quella sera Clementina vive di pane e rabbia. « So cos’è un’emozione. È che da quella sera non ne coltivo più». Ha aperto e segue a Mondragone (Caserta) una casa di accoglienza per donne maltrattate (La casa di V.e.r.i.) e vive ogni giorno «solo per conto e nel nome di Veronica».
Madri raccontate da braccialetti, anelli, ritratti. Un ranocchio, una conchiglia, una biglia. E poi pupazzi, pancioni. Oggetti-simbolo con cui donne e uomini si sono fatti fotografare da Neige De Benedetti. Un rito collettivo, nei quattro giorni di Tempo delle donne, che ha tappezzato di foto un vero e proprio muro. E nel Lab una madre e una figlia, Letizia e Shobha Battaglia, testimoniavano le loro vite vissute nella fotografia. Vite riprese dallo sguardo di donna, come quelle raccolte nella mostra curata da Francesca Alfano Miglietti alla Casa dei Tre Oci a Venezia.
Paternità Un padre su due vorrebbe che in Italia esistesse il congedo obbligatorio. È forse questo il risultato più interessante del sondaggio lanciato dal Corriere. Eppure oggi ancora pochi padri prendono il congedo facoltativo. Perché? Soprattutto due problemi: 1) stare a casa per curare i figli è malvisto in azienda per i padri più ancora che per le madri; 2) i congedi facoltativi oggi esistenti sono pagati al 30 per cento. Troppo poco, in particolare quando in famiglia lo stipendio maschile è quello più alto. Sulla base di queste indicazioni, la proposta del Corriere, fatta propria dalla vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, è di introdurre 15 giorni di paternità obbligatoria pagati all’80 per cento e da prendere entro il primo mese di vita del neonato/a.
Orgoglio Ogni giorno è un traguardo in più. Contro tutte le evidenze. A dispetto dei medici che magari ti avevano detto: «Signora, suo figlio non vivrà più di x anni», e invece ne ha già il doppio. Alla faccia di chi consigliava rassegnazione: «Lei avrà in casa un soprammobile, non una figlia». Sono le storie che ci hanno raccontato mamme straordinarie. Che hanno avuto la forza di superare lo choc iniziale — l’annuncio di una disabilità dei propri figli — e hanno saputo trovare l’energia per andare oltre. Silvia Bruganelli, per esempio, mamma di Silvia Bonolis che vive felice malgrado i problemi motori. C’era Bebe Vio e c’era Simona Atzori, a danzare in equilibrio perfetto sulla vita. Sulla sua vita senza braccia.
Desiderio «Non ho più voglia di fare l’amore e non sono mai stata così bene». Marina Fiordaliso lo dice ridendo, quasi come una liberazione. E in effetti lo è. E la platea ride. Siamo all’evento « Menopausa, meno che? » . Fiordaliso, Nancy Brilli, Anna Meldolesi e la sessuologa Chiara Simonelli con Candida Morvillo hanno parlato (e riso) di questa stagione delle donne. Si è parlato della sofferenza delle donne quando diventano consapevoli che l’età le sta allontanando dalla bellezza. Ma la novità di questi ultimi anni è che non ci stanno più a perdere identità solo perché stanno diventando «vecchie». Quanto agli effetti collaterali — vampate di calore, sovrappeso... — le donne sono finalmente capaci di scherzarci sopra.
Economia Le donne con un lavoro retribuito restano poche in Italia, il 47,4 per cento secondo le ultime rilevazioni dell’Istat. Emerge però una consapevolez- za nuova almeno in una parte delle donne che hanno responsabilità. Lo si è visto, per esempio, ai seminari di Valore D dove le imprenditrici hanno parlato, non più tanto di stile di leadership femminile, quanto invece del ruolo che svolgono perché le aziende siano sempre più competitive e meritocratiche. Dopo le quote nei Cda e la spinta all’imprenditorialità, la sfida adesso è quella di far crescere una classe manageriale femminile. Perché avvenga, però, le donne devono entrare nel mondo del lavoro e non uscirne al primo figlio. In questa direzione va la decisione del governo di confermare il voucher per babysitter e asili che era in scadenza a fine anno.
Lavoro, dall’infermiera alla manager. Nei prossimi anni oltre il 90 per cento delle figure professionali deve avere skill digitali («Digital agenda for the future Europe»). Le donne sanno di poter sfruttare le competenze tecnologiche: i preconcetti che le vogliono tech-incapaci cadono uno alla volta. Curiosità, resilienza e tenacia gli ingredienti per avere il futuro in mano. Il problema? «Le donne chiedono troppo poco, non osano» ha spiegato Monica Rancati, direttore risorse umane Western Europe di Microsoft. Come dice una canzone: «Siamo così, dolcemente complicate». Ma abbiamo anche imparato la lezione.
Libertà (è partecipazione): quella di Giorgio Gaber è rimasta la nostra canzone. Quest’anno il testimone è passato da Andrea Mirò a Paola Turci al Teatro dell’arte. Dove abbiamo condiviso anche un classico dei classici: Quello che le donne non dicono (e che invece vorremmo imparare a dire...) con Enrico Ruggeri. Tra noi anche la Gianna (Nannini) che ci ha portato la sua Vita Nuova. Non solo canzoni, abbiamo avuto e fatto tantissimo teatro. Con l’idea — sempre — che partecipare significa farsi avanti su un palco, riflettere, divertirsi. Elisa, per esempio, ha detto di credere nell’arrivo di un buon tempo: un tempo che vedrà la creatività scavarsi strade originali nell’affollamento di quei suoni facili che ti regalano 15 minuti di visibilità e ti bruciano per sempre. Stare insieme per diventare ciò che siamo.
Estetica: ma che valore è? È un valore la bellezza, la cura di sé, l’essere al meglio? Sì, perché tutte queste cose compaiono nella top ten dei fattori che ci rendono felici. A 20 anni sono
in cima alla lista, poi scivolano in fondo per tornare in testa fra i 45 e i 55. Un’ora di conversazione con molti protagonisti ci ha convinte che felicità e bellezza sono legate e che questo non è un male. Perché l’idea che abbiamo della bellezza è cambiata: basta con i modelli unici che generano solo frustrazione, sì a una bellezza su misura, che, inevitabilmente, dipende dalla felicità. «Mi sento bella quando…» era una delle domande della ricerca presentata al Tempo delle donne. La riposta è stata quasi univoca: quando sono felice.
Donne tante, tantissime. Uomini con il contagocce. Se il bilancio è in rosa, alla voce «maschi» è in rosso: la presenza femminile al Tempo delle donne 2015 è stata numerosa e partecipata, quella maschile è rimasta nell’ombra. È mancato (ovvia metafora calcistica) il gioco di squadra. Ma non ci sarà mai un beltempo delle donne se gli uomini resistono ai cambiamenti, dunque la prossima sfida deve essere quella di conquistarli, di riuscire a rompere quel muro di diffidenza che li assale quando leggono il titolo dell’iniziativa. Quel giardino può e deve essere condiviso. Ce lo hanno insegnato Adamo ed Eva che poi se ne sono andati. Ma insieme.
Outdoor come energia, passione, voglia di libertà. E tanto divertimento. Sono stati gli ingredienti dei tre appuntamenti «all’aperto» del Tempo delle donne. Il primo, al Parco Sempione, con una masterclass di yoga urbano. E poi la 5 chilometri della Women night’s run assieme alla maratoneta Ivana De Martino. E infine, sabato sera, per le strade di Milano è tornata la carica delle motocicliste, donne di tutte le età che hanno sfidato la pioggia per portare fin sotto le guglie del Duomo la loro e la nostra voglia di esserci e di fare comunità.
Nonni Nove milioni, in Italia, si prendono cura dei nipoti (fonte Censis) con un risparmio in babysitter di 24 miliardi di euro l’anno secondo la Federanziani. Ne abbiamo parlato ieri con Serena Dandini, Marta Marzotto, Isabella Bossi Fedrigotti e Sandra Monteleoni. Nonni diversi e uguali rispetto a quelli di ieri, figure sempre più fondamentali per gli equilibrismi famigliari. Ma anche alle prese con nuove responsabilità, dalle famiglie allargate a figli, e quindi nipoti, che vivono all’estero. I consigli delle tre nonne: non fare troppe domande alle nuore, viziare i bimbi. E soprattutto amarli.
Noi che ci siamo incontrate, scontrate, che abbiamo discusso, litigato, ragionato. Noi, tutte/i, che al tempo delle donne pensiamo dallo scorso anno, dalla fine delle prima edizione. Che a ogni idea ci siamo telefonate, mandate mail per dirci: questa è un’inchiesta da palcoscenico. Noi che ogni volta ci misuriamo con l’organizzazione «orizzontale» perché siamo convinte sia quella che mette in circolo le idee, rompe gli schemi. Non è la coesione il nostro obiettivo, ma la libera espressione. Per fortuna non ci possono essere idee senza gabbie se non a prezzo di scontri-confronti, scambi. Noi, croniste e cronisti del Corriere. Che fatica. Pensavate che la libertà delle idee fosse ricchezza a basso prezzo?
Ebook Valentina si lancia a quasi 200 chilometri orari sugli sci, gareggiando con gli uomini, perché della sua disciplina, il chilometro lanciato, non esistono competizioni femminili. Norma invece aveva 20 anni quando decise di aderire alla Resistenza. E ancora Elena Cattaneo, pioniera degli studi sulle staminali in Italia, o Benedetta Arese Licini per un periodo a capo di Uber Italia. Questo tempo delle donne è stato anche il tempo dei libri che compongono la prima collana di eBook della 27Ora, piccole storie di grandi donne che hanno esplorato e immaginato tempi, vite e percorsi inediti.
La risorsa della famiglia Sono nove milioni i nonni che si prendono cura dei nipoti nel nostro Paese, con un risparmio in babysitter di 24 miliardi di euro l’anno. Figure fondamentali, alle prese con nuove responsabilità