Corriere della Sera

Le supercar trascinate via

Tre corpi senza vita anche nella casa di riposo

- Di Marco Imarisio

Travolti dalla tempesta che si è abbattuta sulla Costa Azzurra anche tutti i simboli del lusso, supercar comprese.

MANDELIEU-LA-NAPOULE I quattro furgoni delle pompe funebri suonano il clacson per sgomberare la strada dai bambini che giocano a pallone. Il sole è alto in cielo. Il prato del condominio Cap Vert è zuppo ma ha conservato il suo colore naturale, niente fango, nessun detrito. A poche centinaia di metri di distanza i quattro stabilimen­ti balneari del villaggio sono aperti, gli affari sono pur sempre affari.

L’unico elemento fuori posto in una normalità apparente è una Renault Clio grigio metallizza­ta incastrata in un canale di acqua melmosa che scorre a filo del prato e ha come argine due muretti bianchi sormontati da altrettant­e transenne. Un uomo fino a quel momento silenzioso comincia a imprecare, batte i piedi, strattona due signore con la fascia della Croce rossa che cercano di portarlo via. «Io resto qui», urla, «fino a quando mia moglie non torna su».

Non è un canale. Quella è la rampa del parcheggio sotterrane­o di un condominio dove sono morte quattro persone, intrappola­te tra le auto che stavano cercando di salvare dall’acqua che dal sentiero sovrastant­e aveva cominciato a scorrere giù per la discesa. Gli occhi spiritati e l’espression­e allucinata dell’uomo dicono già molto di quel che è successo. A raccontarl­o con un filo di voce è Henri Leroy, il sindaco di Mandelieu-la- Napoule, questo il nome del villaggio, l’ultimo paese della baia di Cannes. «Erano scesi nel garage dal loro appartamen­to per mettere al sicuro la macchina. Mentre salivano è arrivata l’onda. Lui ce l’ha fatta a uscire. Lei no».

Al mattino presto i sommozzato­ri erano riemersi con i corpi di un giovane e di una donna, anche loro residenti del condominio. Quando i giornalist­i di una emittente francese gli mettono il microfono sotto al naso per chiedergli un pensiero «sulla tragedia che si è abbattuta in una delle zone più famose e floride della Francia» il sindaco indica con il dito il palazzone grigio davanti al quale ci troviamo. «Le sembra un posto da ricchi, questo?». All’altro capo della via, dopo una lunga discesa, invece è come mettere piede nella Costa Azzurra da cartolina, quella che si affaccia sul mare, sulle promenades celebri in tutto il mondo. Nei garage della residenza Le Lavandin, abitata in gran parte da turisti inglesi che si godono la pensione, hanno dovuto abbattere un muro per far defluire l’acqua e recuperare i corpi di altre quattro persone. Adesso lo squarcio è tappato da un’auto di lusso, si intuisce quel che resta di una Bentley. L’accesso alla residenza è sbarrato da un groviglio di macchine importanti, sotto una coltre di fango si intravede anche il rosso di una Ferrari.

Non c’è alcuna morale, non c’è nessuna lezione da imparare. Solo persone che hanno fatto la cosa sbagliata nel momento sbagliato in una sera che in pochi minuti è diventata questione di vita o morte. I venti chilometri di strade secondarie che collegano Mandelieu-la-Napoule a Biot, il villaggio dei Templari e dei Cavalieri di Malta, uno dei paesi più belli e visitati dell’entroterra dietro Nizza, sono punteggiat­i di cartelli segnaletic­i. «Attenzione, carreggiat­a inondabile». Ma così non se l’aspettavan­o. Non così violenta, così all’improvviso.

Anche la casa di riposo dove sono morte tre anziane donne, non appartiene certo alla Biot conosciuta dai turisti. È una palazzina rosa ben lontana dal centro abitato, circondata da salici e mura spesse per non far uscire le urla delle ospiti, quasi tutte disabili psichiche. Nell’ottobre del 2011 era già successo. Non c’erano state vittime, ma l’acqua del torrente che scorre accanto all’ospizio dividendol­o da una piccola corte di negozi era saltata nel giardino allagando il pianterren­o. Era stato scavato il greto, rendendolo più profondo. Il vecchio argine è diventato la passerella di un marciapied­e costruito per rendere più grazioso un ambiente spoglio. Quello nuovo è composto da due mura di cemento armato alte quasi due metri dal livello dell’acqua. Avevano anche installato un sistema di allarme, sirene che scattavano in caso di alluvione, come racconta Sylvie Laurent, una psicologa che ha lo studio di fronte e la pala in mano. «Soldi spesi male per lavori fatti male» dice. Un carro attrezzi sta caricando la Hyundai nera che si è messa di traverso all’arcata del piccolo ponte che collega le due strutture, appoggiata su un letto di rami e arbusti. Le tre donne stavano dormendo nelle loro stanze al seminterra­to. Le sirene non le ha sentite nessuno. La centralina elettrica è stata spazzata via dall’acqua.

La gente spala il fango dai negozi. Il cielo sereno sembra quasi una beffa. Chiediamo alla dottoressa se hanno ricevuto aiuti. Un sorriso amaro. «Ce la sbrighiamo da soli. Gli altri sono tutti nel villaggio medievale e sulla promenade di Cannes, che sono più importanti».

Residenza per anziani L’ospizio fu colpito dall’alluvione del 2011, ma i lavori fatti allora non sono serviti La volontaria «Ce la sbrighiamo da soli, gli altri sono sulla promenade di Cannes che è più importante»

 ?? (foto Sestini) ?? Simboli Uno degli oggetti religiosi finiti nell’acqua e nel fango a Mandelieul­a-Napoule, comune francese di circa 22 mila abitanti, dopo l’alluvione che ha colpito la Costa Azzurra nella notte tra sabato e domenica
(foto Sestini) Simboli Uno degli oggetti religiosi finiti nell’acqua e nel fango a Mandelieul­a-Napoule, comune francese di circa 22 mila abitanti, dopo l’alluvione che ha colpito la Costa Azzurra nella notte tra sabato e domenica
 ?? (foto Afp) ?? Dolore Un vigile del fuoco francese consola un residente in lacrime — nella cittadina di Mandelieul­a-Napoule — poche ore dopo il nubifragio sul sud-est del Paese. In un paio d’ore sulla zona è caduta la pioggia che di solito cade in due mesi
(foto Afp) Dolore Un vigile del fuoco francese consola un residente in lacrime — nella cittadina di Mandelieul­a-Napoule — poche ore dopo il nubifragio sul sud-est del Paese. In un paio d’ore sulla zona è caduta la pioggia che di solito cade in due mesi
 ?? (foto Reuters) ?? A Cannes Una macchina rovesciata in una via di Cannes colpita dalle inondazion­i causate dalle piogge torrenzial­i. A inghiottir­e molte strade della città è stata l’esondazion­e del fiume Brague, diventato un «mostro d’acqua»
(foto Reuters) A Cannes Una macchina rovesciata in una via di Cannes colpita dalle inondazion­i causate dalle piogge torrenzial­i. A inghiottir­e molte strade della città è stata l’esondazion­e del fiume Brague, diventato un «mostro d’acqua»

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