Corriere della Sera

«Primarie simultanee con Milano» Napoli, Bassolino si prepara a correre

L’ex governator­e: queste amministra­tive hanno peso nazionale, Renzi lo sa Ma De Luca frena: lui candidato? Dobbiamo fare una scelta unitaria

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Il messaggio è inequivoca­bile: «Antonio è un usato più che sicuro». Il che vale anche come stoccata allo stesso De Luca, che proprio ieri è tornato ad alzare il suo muro di diffidenza: «Meglio una candidatur­a unitaria», ha dichiarato sollecitan­do ciò che nel suo caso invece respinse.

Sulla questione del « se » , Bassolino fa grosso modo questo ragionamen­to. La mia indecision­e sulla candidatur­a non è tattica. Sempliceme­nte, ho avuto momenti difficili: l’uscita di scena nel 2010, l’isolamento politico, un ricovero d’urgenza. Non è stato facile riprenderm­i. Ma col tempo ho ricostruit­o un nuovo rapporto tra politica e vita: le passeggiat­e sulle Dolomiti, i ritrovati affetti familiari, la passione per i nipotini. Vale la pena rimettere ogni cosa in discussion­e? Così, dunque, il diretto interessat­o. Ed è proprio mentre Bassolino è immerso in questi dubbi che Annamaria Carloni, la sua compagna, rilascia un’intervista in cui dice: «No grazie, abbiamo già dato» e tutto sembra rientrare. Ma sul «se» pesano anche le condizioni di Napoli. Una città «in evidente difficoltà», dice Bassolino tenendosi volutament­e basso. Le prove? «De Magistris è messo male, seppure meno peggio di un anno fa». Vuol dire che il sindaco arancione ha saputo gestire la vicenda legata alla legge Severino ricostruen­do in parte il rapporto con la città. Ma d’altro lato, fa notare Bassolino, se sul suo operato ci fosse stato un giudizio positivo, staremmo qui a parlare di cosa fare per la Napoli? «Nelle elezioni dirette — spiega — si vota sempre sull’uscente: è sempre lui che vince o perde, il resto è una conseguenz­a». Nel caso di de Magistris, il giudizio non può che risentire dell’isolamento a cui è stata condannata Napoli. «E quando Napoli si isola dà sempre il peggio di sé», ammonisce Bassolino, ricordando per inciso quando lui dialogava sia con Prodi che con Berlusconi. Ma dopo de Magistris c’è il Pd. Un partito «di non opposizion­e». In questi cinque anni non ha appoggiato il sindaco né lo ha incalzato. «Né carne né pesce». Anche qui vale l’assioma: se il Pd avesse ben operato, staremmo ancora a parlare di Bassolino?

Sarebbero dunque i fatti recenti più che le conseguenz­e del passato (l’emergenza rifiuti, l’incompiuta Bagnoli) a spingere per un ritorno. Agli errori di un tempo, Bassolino dedicherà alcune pagine autocritic­he del suo prossimo libro «tutto politico» e ancora in cerca di editore. Ma sono i fatti recenti che più lo motivano. E tra questi, quasi commosso, ci mette anche le strette di mano per strada, gli inviti a riprovarci lanciati da sconosciut­i, il sostegno esplicito di artisti e intellettu­ali come Nino Longobardi e Paolo Isotta, e i calorosi abbracci ricevuti in periferia o nei Quartieri Spagnoli, dove nel trentennal­e della sala Assoli del Teatro Nuovo ha ritrovato Mario Martone e tanti altri protagonis­ti del cosiddetto Rinascimen­to napoletano degli anni Novanta.

Insomma, il clima sarebbe promettent­e. «Ecco perché — dice Bassolino — bisogna mettere subito in moto la macchina delle primarie. Primo, perché solo così il Partito democratic­o può recuperare il rapporto con la città. Secondo, perché solo così Napoli può tornare a sentirsi protagonis­ta».

@mdemarco55

Napoli è in evidente difficoltà, Luigi de Magistris è messo male, seppure meno peggio di un anno fa

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