La domanda che bisogna porsi: quanto conta davvero Bashar?
Che il presidente siriano Bashar al Assad non sia uno sciocco è ben noto. Che dichiari con enfasi all’iraniana Khahar-tv, che «se potesse essere di aiuto, sarei pronto a dimettermi» è poco più di una banalità perché il leader lo ha detto un nugolo di volte. Ben più interessante e incisivo un altro passaggio dell’intervista televisiva, rilasciata all’Iran, quando afferma che «la campagna militare della Russia, della Siria e dei suoi alleati deciderà i destini del Medio Oriente». Damasco ha sempre guardato a Mosca come a un partner affidabile e insostituibile, ma è la prima volta che il giovane presidente, erede di un peso politico e strategico più grande delle sue forze, ammette che la fiera Siria dipende, prima di tutto, da un impegno esterno: quello di Vladimir Putin. La Russia, come si sa, non rinuncerà mai al suo piccolo spazio nel Mediterraneo, e la Siria, quindi, è irrinunciabile. Ma ha ancora senso indicare semplicemente la Siria di Assad e non domandarsi se Bashar conti ancora come prima, o se invece sia ostaggio dei poteri rappresentati non soltanto dalla minoranza alauita (di cui il leader è la massima espressione) ma della sua stessa e gigantesca famiglia, o clan, degli Assad? Domande che molti rifiutano di porsi, ritenendo il comandante in capo l’unico responsabile. È sicuramente così a livello istituzionale. Nella sostanza può essere diverso, nel senso che il clan familiare avrebbe ormai preso il sopravvento sul capo. L’esempio lampante arriva dalla rarefazione, prologo alla scomparsa, di alcuni leader sunniti (che rappresentano la maggioranza della popolazione), che sono stati vicinissimi al padre di Bashar, Hafez. E che ora, tra fughe, allontanamenti, pensionamenti o strane aggressioni fatali, sono spariti o ridotti ai margini di quello che un tempo era il «cerchio magico» della politica siriana. Ecco perché le ultime mosse del presidente vanno seguite con attenzione. Potrebbero rivelarne la fragilità, o forse la stanchezza. Bashar potrebbe aver compreso che la sua sorte ormai dipende da altri, che manovrano lontano da Damasco.
Il clan Allontanati molti personaggi del cerchio magico: il leader sembra ostaggio del clan e di chi opera lontano da Damasco