Corriere della Sera

Il dono di Gregorio Trecentomi­la pasti per chi ha bisogno

- di Giangiacom­o Schiavi

Restituire agli altri «Quando nella vita sei stato fortunato non puoi restare indifferen­te davanti alle fragilità che ti circondano»

Il giorno (del dono) è arrivato il nove luglio scorso. Quando s’è concluso l’iter parlamenta­re durato due anni del Disegno di legge sostenuto dall’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, primo firmatario. Così ogni 4 ottobre in Italia sarà celebrato il «Giorno del dono». La data non è stata scelta a caso, perché coincide con la festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, che era già «giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra culture e religioni diverse». La grande novità è che da ieri la generosità è stata istituzion­alizza. «Ma non come fine a se stessa —sostengono i promotori, l’Istituto italiano della donazione —. Solo per valorizzar­e e coltivare la solidariet­à e costruire una cultura condivisa del dono».

Se donare vuol dire dare qualcosa di sé per cambiare in meglio la vita degli altri, Gregorio Fogliani ha messo nel suo zaino tempo, risorse, lavoro e si è inventato il modo di dare a prezzo stracciato alimenti sani e invenduti alle famiglie in difficoltà. Così, da imprendito­re di successo con un’azienda ben avviata, ha rinunciato a qualcosa («che comunque non mi pesa») per diventare l’uomo che aiuta sindaci, associazio­ni, Caritas e Croce rossa a risolvere un bisogno reso drammatico dalla crisi: far mangiare decentemen­te chi non può permetters­i di farlo. Quella che Fogliani chiama restituzio­ne («Quando nella vita sei stato fortunato non puoi restare indifferen­te e insensibil­e davanti alle tante fragilità che ti circondano») è come una bussola che lo orienta dal 2007, quando ha fondato «Pasto buono», il progetto solidale che vive proprio come un dono, «perché mi gratifica e mi fa sentire utile agli altri». A volte la crisi può essere anche un’opportunit­à, se smuove la gerarchia dei valori e indica percorsi di condivisio­ne. Nel giorno dedicato al dono vien da pensare ai tanti, volontari soprattutt­o, che mettono a disposizio­ne dei bisognosi il loro tempo e il loro mestiere: meritano un gigantesco grazie. Gregorio Fogliani nella solidariet­à ha scelto una via imprendito­riale: partito da una pizzeria di famiglia e dalla ristorazio­ne (gestisce a Genova la Pasticceri­a Svizzera e il Moody), ha creato un business con la gestione dei buoni pasto, specializz­andosi nel pagamento elettronic­o: oggi la sua «Qui! group» ha 1.200 dipendenti, di cui il 70 per cento donne. «La nostra strategia aziendale è quella di creare posti di lavoro — dice — ma da otto anni la soddisfazi­one più grande è quella che mi viene dai trecentomi­la pasti che riusciamo a servire evitando lo spreco indecente del cibo che finiva nella spazzatura. Lo ritiriamo da ristoranti e fast food e a una cifra irrisoria finisce sulle tavole di famiglie indigenti e persone fragili colpite dalla crisi. Se mi chiede quanto ci costa questa operazione non so rispondere con cifre esatte: posso soltanto dire che sono felice di quello che faccio, perché è una ricchezza che mi porto dentro, mi fa stare meglio. In questo servizio ci metto qualcosa di mio, viene dagli insegnamen­ti che si imparano in famiglia, dall’aiuto reciproco che si dà a un fratello in difficoltà...». È l’idea dell’impresa responsabi­le che fa dire a Fogliani che si può rinunciare al superfluo per aiutare chi è rimasto indietro. «Donare è la cosa giusta da fare per ricreare quel clima sociale di condivisio­ne che la paura rischia di farci perdere». Tutti possono farlo. Dice Fogliani: «Basta cominciare e la nostra vita diventa subito migliore».

 ??  ?? Chi è Gregorio Fogliani, imprendito­re e fondatore della «Qui! group». È un sostenitor­e di importanti iniziative benefiche, tra le quali «Pasto buono»
Chi è Gregorio Fogliani, imprendito­re e fondatore della «Qui! group». È un sostenitor­e di importanti iniziative benefiche, tra le quali «Pasto buono»

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