I tifosi fischiano, Galliani striglia la squadra Insigne: «Noi da scudetto, ma è ancora lunga»
MILANO Sarri fa ricredere Berlusconi che ne bocciò l’arrivo a Milano e dà una lezione di calcio al Milan di Mihajlovic. Davanti ai Boston Celtics e ad Antonio Conte, e senza nessun esponente della famiglia Berlusconi in tribuna, con i soliti odiosi cori sui napoletani come colonna sonora dell’incontro, il Milan perde la quarta partita della stagione. I punti dalla vetta sono diventati 9 mentre i rossoneri scivolano sulla colonna di destra della classifica. Facile intuire l’umore dei vertici milanisti visto che Adriano Galliani (alla fine blindato nello spogliatoio con la squadra) aveva ammonito: «Riteniamo di avere una squadra da primi posti e lì dobbiamo tornare. Milan e Napoli puntano alla Champions. Ora i punti cominciano a diventare importanti per la classifica». Appunto. Il Napoli, trascinato da Allan (terzo gol mentre ne aveva realizzato uno solo con l’Udinese in 104 presenze) e da Insigne, vola. «È la mia prima doppietta col Napoli — gongola la punta partenopea —. Sono felice di aver segnato in questo stadio». E ora sognare lo scudetto non è peccato. «Il campionato è lungo» aggiunge Insigne, rigenerato da Sarri: «Nel 4-3-3 mi esprimo meglio e il mister mi ha dato fiducia». «Fuori i c...» urla la Sud gonfia di rabbia. «Vergogna, andate a lavorare» dicono minacciosi gli ultrà. Mihajlovic ha perso il credito di inizio stagione? È buio pesto a San Siro: il serbo è atteso da quindici giorni di processi.