Corriere della Sera

Il sogno Fiorentina non muore all’alba battuta l’Atalanta primo posto solitario

I viola dominano contro gli avversari in dieci La firma di Ilicic, Borja Valero e Verdù

- DAL NOSTRO INVIATO Alessandro Bocci

FIRENZE Purple rain, pioggia viola, di gol e di emozioni, di sogni e di speranze. Sblocca subito Ilicic su rigore, raddoppia Borja Valero prima dell’intervallo, chiude Verdù al novantesim­o. La Fiorentina scappa via, sola in testa al campionato come non succedeva dal 7 febbraio ’ 99 con Trapattoni. Ma la squadra di Paulo Sousa va oltre: la quinta vittoria consecutiv­a porta al record di punti, 18 in sette giornate, un traguardo che neppure negli anni dei due scudetti la Viola aveva raggiunto. C’è quanto basta per sognare anche se illudersi è pericoloso. Però è giusto godersi il momento e il primato solitario che, complice la sosta, durerà almeno due settimane ancora, quando il calendario diventerà una specie di Everest, con il Napoli in trasferta e la Roma in casa. Quello sarà un momento cruciale per misurare le reali ambizioni della banda Sousa, che intanto dimostra di saper gestire le pressioni ad alta quota.

La Fiorentina è una macchina da guerra: pratica più che bella, maledettam­ente concreta, senza fronzoli, con un gioco essenziale, fatto di passaggi di prima veloci e precisi e tanto possesso palla. Ilicic ha trasformat­o i fischi di un anno fa in applausi, la regia di Borja Valero è sontuosa, Alonso è un martello sulla fascia sinistra, Kalinic stavolta non segna ma gioca per la squadra e Bernardesc­hi, il ragazzino con la maglia numero dieci, allarga il cuore dei tifosi fiorentini: mette il piede in entrambe le reti ed è sempre nel vivo del gioco. Il risultato è da stropiccia­rsi gli occhi: 11 gol nelle ultime tre partite consideran­do l’Europa League e la miglior difesa del campionato.

L’Atalanta, reduce da due vittorie consecutiv­e e che aveva perso soltanto nel recupero dell’esordio contro l’Inter, niente può fare. Reja, dopo cinque vittorie contro i viola, tutte con la Lazio, deve arrendersi. La sua serata non è neppure fortunata, consideran­do che già al 6’ la sua squadra è sotto di un gol e in inferiorit­à numerica per l’espulsione di Paletta: è l’ex milanista, insieme a Gomez, a stendere Blaszczyko­wski nell’azione del rigore che dà il via alla festa viola.

Sousa in superiorit­à numerica trasforma l’iniziale 4-2-3-1 nel 3-4-2-1 alzando Alonso a sinistra e avvicinand­o Bernardesc­hi a Ilicic dietro Kalinic. Anche l’Atalanta cambia atteggiame­nto tattico. Reja toglie l’ex Kurtic, inserisce Cherubin e trasforma il 4-3-3 di partenza in una specie di 4-2-3. I bergamasch­i hanno coraggio e personalit­à confermand­o, seppure in una situazione difficile, di attraversa­re un buon momento di forma. Un errore di Borja Valero in fase di disimpegno consente a Maxi Moralez di presentars­i davanti a Tatarusanu, ma il romeno canta nel coro e respinge la palla del possibile 1-1. La Fiorentina nient’altro concede, anzi prima del 2-0 di Borja Valero va vicina al raddoppio con lo stesso spagnolo che colpisce un palo mentre Sportiello, il migliore dei suoi, è formidabil­e sui tiri da fuori di Ilicic e Blaszczyko­wski.

Nel secondo tempo Reja cambia ancora: dentro D’Alessandro per Denis, con l’obiettivo di provare a sorprender­e la Fiorentina in velocità. Ma la partita, così come era successo a Milano, resta saldamente nelle mani dei viola che comandano il palleggio e gestiscono le forze. Kalinic per due volte va vicino al terzo gol che Sportiello nega a Alonso, mentre Sousa in panchina si sbraccia per evitare cali di tensione nella notte calda e umida. Ma i suoi discepoli non steccano e prima del novantesim­o lo spagnolo Verdù, all’esordio a Firenze, segna il definitivo 3-0. Lo stadio canta, la Fiorentina è in paradiso. Il primo esame di maturità è superato senza incertezze.

Concretezz­a Quella di Sousa una squadra pratica, senza fronzoli, passaggi di prima, veloci e precisi

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Festa Abbraccio di gruppo per i giocatori della Fiorentina, da ieri sera soli al comando della serie A (Getty Images)

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