Corriere della Sera

«Non correrò nella mia città Serve qualcuno migliore di me»

Il leghista: flat tax e lotta all’Europa, il nostro piano per il dopo-Renzi

- Tommaso Labate

Ha deciso di candidarsi a sindaco di Milano?

«Assolutame­nte no. Ci vuole qualcuno migliore di me».

In Forza Italia per lei fanno un tifo sfrenato. Pensano che se candidasse lei, e il centrodest­ra perdesse, perderebbe soprattutt­o Salvini. Ma Berlusconi glielo ha chiesto?

«Non me lo ha chiesto. Magari ci sarà un qualche loro giochino interno... ».

E sul tema del candidato, come siete rimasti?

«Loro nei prossimi giorni sentiranno alcune persone, noi ne sentiremo altre e poi ne parleremo. Tutta quest’urgenza non la vedo: guardi come è messo il Pd. Che non farà le primarie: arriverà Renzi e deciderà, alla faccia dei discorsi sulla partecipaz­ione».

E il centrodest­ra le primarie le farà?

«Io ho già detto di vederle bene. Però, anche di questo non abbiamo parlato: il modo di arrivare al candidato non importa, quel che conta è l’accordo sulle cose da fare. E poi, non c’è soltanto Milano».

Giusto: avete parlato di altri candidati?

«Per Torino sarebbe utile avere qualcuno fuori dai partiti, non c’è bisogno di tessere in tasca. Per Bologna, la nostra candidata mi pare vada molto bene. Poi, valuteremo dopo la manifestaz­ione».

Si è almeno fatto promettere che Forza Italia parteciper­à alla manifestaz­ione leghista dell’8 novembre?

«Non ne abbiamo parlato. Ma dato che quella è una grande giornata di tutti coloro che sono contro il governo Renzi, sono fiducioso».

Forza Italia pensa a coalizioni che includano l’Ncd. Berlusconi le ha fatto cambiare idea?

«Niente affatto. E peraltro, la cosa è irrilevant­e. Stiamo parlando di zero virgola qualcosa. Lascio i Verdini e gli Alfano a chi piacciono, si occupino della Costituzio­ne... ».

Anche Maroni però è favorevole alla vecchia alleanza.

« Maroni lo vedrò lunedì, non c’è nessun problema. Lui fa bene il governator­e, io mi occupo Le primarie Non abbiamo parlato di primarie. Conta il programma, non il modo di arrivare al candidato

di costruire un progetto stabile per il futuro».

L’Ncd ha minacciato di togliere il sostegno al governator­e Maroni in Lombardia, se dovesse essere escluso dall’alleanza per Milano.

«Io non accetto ricatti da nessuno, figuriamoc­i se li subisco da Alfano. Basta: partita chiusa».

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