La Procura indaga sulle spese di Marino
Inchiesta sulle cene di rappresentanza. Spuntano altre due fatture sospette a Roma e Torino Don Damiano Modena, che il sindaco indicava come ospite: «Non ricordo un pasto assieme»
ROMA Nel giorno in cui la Procura apre l’inchiesta sulle spese di rappresentanza di Ignazio Marino, e proprio quando il sindaco afferma in un’intervista a Chi che «nel 2023 andrò a vivere a Sidney», emerge un altro particolare che rischia di mettere in seria difficoltà il primo cittadino della Capitale.
Perché tra le «cene istituzionali», quelle che secondo lui sono state fatte tutte «per affrontare i problemi della città», ce n’è una, pagata da Marino a Torino — scrive lui — a «don Damiano Modena», autore del libro «Carlo Maria Martini: il silenzio della parola». Il 4 maggio 2015 c’è una presentazione dell’opera ad Alessandria e Marino, che del cardinal Martini era amico, viene invitato. La serata si svolge in piazza De André, dalle 19 alle 22.30, con una «pausa buffet» alle 20.30. Unici ospiti, don Modena e Marino. Secondo le note spese presentate dal sindaco, quella sera lui e don Damiano chiudono la serata trasferendosi da Alessandria a Torino (ci vuole almeno un’ora), si siedono al ristorante «Tre Galli» ed entro le 23:44, data di emissione della ricevuta, si mangiano un piatto di carne cruda, un vitello tonnato, un piatto a testa di agnolotti, un sottofiletto fassone per uno, una selezione di formaggi e si bevono una bottiglia di «Gattinara Tre Vigne» da 37 euro. Un record assoluto.
La cena, però, è smentita dallo stesso don Modena che, al Corriere, racconta: «Ricordo la presentazione del libro. Ma non ricordo la cena con Marino». Il sindaco scrive che da Alessandria, dove era la serata, avete poi cenato a Torino e che eravate da soli. È andata così? «Mi pare di no. Sicuramente io
In Australia L’intervista a «Chi»: «Nel 2023 lascerò l’Italia e andrò a vivere a Sydney»
sono rimasto ad Alessandria quella sera, ho dormito lì da amici». Ma Marino è rimasto fino alla fine della presentazione del libro? «Quasi, è andato via un po’ prima». Il sindaco rendiconta un’altra cena con lei, a Roma, l’8 novembre 2013, dopo un’altra presentazione ai Musei Capitolini. Secondo Marino quella sera andaste da «Archimede». È così? «Mi pare di no. Non so nemmeno se mi sono fermato a Roma la sera. Ma sa, è passato molto tempo...».
Un guaio in più per il sindaco, dopo la versione del ristorante «Antico Girarrosto» secondo la quale «il 26 dicembre 2013 Marino era con la famiglia», e non con un gruppo di giornalisti. E dopo la smentitabis della Comunità di Sant’Egidio: «Alla ormai “famosa” cena del 26 ottobre 2013 nel ristorante Sapore di Mare non è stato invitato né ha partecipato alcun responsabile di Sant’Egidio. Anche nei due anni successivi, fino ad oggi, non sono mai stati offerti pranzi o cene, a spese del sindaco Marino, a responsabili di Sant’Egidio».
Mentre, rispetto ai paragoni con il passato, l’ex sindaco Francesco Rutelli puntualizza: «Io non ho mai avuto una carta di credito del Comune».
Secondo il Campidoglio, «l’apertura dell’inchiesta è un atto dovuto». Ma, ieri, Matteo Orfini si è precipitato a Palazzo Senatorio per un vertice con Marino: «Il Pd parla di politica, non di scontrini», taglia corto il commissario romano. Ma al Nazareno, ormai, si preparano al peggio: che Marino finisca il Giubileo non è più così scontato.