Corriere della Sera

«La pedofilia io posso capirla» Prete sospeso per le frasi choc in tv

Don Flaim: l’omosessual­ità è malattia. La diocesi di Trento: non predicherà più

- Riccardo Bruno rbruno@corriere.it

Fino a ieri pomeriggio, il dettaglio più eccentrico nella sua lunga esperienza da parroco era il soprannome di «don Valvola», per via di quello studio televisivo (TeleVideoG­iudicarie) che aveva allestito negli anni Ottanta nella canonica di Saone di Tione, 40 chilometri da Trento, per comunicare meglio con i fedeli. Dopo 50 anni di onesto sacerdozio, il 75enne don Gino Flaim ieri ha buttato tutto all’aria proprio di fronte a una telecamera, intervista­to per caso da un’inviata della trasmissio­ne L’aria che tira de La7. La cronista era in cerca della struttura che accoglie i preti problemati­ci gestita dai padri Venturini, i quali ovviamente hanno declinato l’invito. Don Gino, collaborat­ore pastorale della chiesa San Giuseppe di Trento, invece si è concesso: «La pedofilia posso capirla. L’omosessual­ità non so» risponde con una certa naturalezz­a. La giornalist­a si rende conto dell’enormità dei giudizi, e lo incalza. Lui non solo non si sottrae ma si lancia anche in un tentativo di spiegazion­e. Ed è la fine: « Io sono stato tanto a scuola e i bambini li conosco. Purtroppo ci sono bambini che cercano affetto, perché non ce l’hanno in casa. E magari se trovano qualche prete... può anche cedere insomma. E lo capisco questo».

L’inviata de La7 insiste: quindi sono un po’ i bambini la causa? Risposta: «Buona parte sì». Allora le accuse sulla pedofilia sono ingiustifi­cate? «L’accusa è un peccato e come tutti i peccati vanno accettati anche». Quindi torna a chiedere dell’omosessual­ità: «Non ho conoscenze dirette, non saprei dire — prosegue don Gino —. Che ci sia non mi faccio meraviglia, perché la chiesa è una comunità di peccatori. Non per niente Gesù Cristo è morto per i peccati».

Basterebbe questo, e invece don Gino non si ferma: «Anche qui non so perché. Perché le malattie vengono...». Dunque l’omosessual­ità è una malattia? «Credo proprio, penso di sì». Il finale è degno della breve chiacchier­ata, pedofili e omosessual­i accomunati: «In questa situazione penso che uno

Le accuse per le molestie? L’accusa è un peccato e come tutti i peccati vanno accettate

Io i bambini li conosco, a volte la pedofilia è colpa loro: cercano affetto e qualcuno può cedere

dentro provi una certa sofferenza, perché si vede un po’ diverso dagli altri e che cerchi di venirne fuori, perché è umano questo».

Gli ospiti in studio restano interdetti. Subito parte il fuoco di fila dei politici. «Inaudito» (Sandra Zampa, Pd), «disgustata» (Barbara Saltamarti­ni, Lega Nord), «vomitevole» (Viviana Beccalossi, Fratelli d’Italia). Una tempesta sulla chiesa, non solo trentina, proprio mentre i padri sinodali discutono a Roma di famiglia, accolti alla vigilia dal coming out del monsignore gay. La Curia di Trento non perde tempo e «si dissocia pienamente dalle dichiarazi­oni rilasciate da un anziano prete diocesano». Ma non basta, ed ecco poco dopo una seconda nota ufficiale: «L’Arcidioces­i comunica che gli sono stati revocati l’incarico di collaborat­ore pastorale e la facoltà di predicazio­ne».

Don Gino, in serata davanti alle parrocchia­ne a messa, questa volta è parco di parole: «Mi hanno cacciato». Poi stacca il telefonino e si allontana in bicicletta. Povero don Valvola, proprio lui tradito dal piccolo schermo.

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Sollevato dagli incarichi Don Gino Flaim, già collaborat­ore pastorale della chiesa di San Pio X a Trento: gli sono stati revocati gli incarichi e «la facoltà di predicazio­ne»

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