Corriere della Sera

La critica

- Paolo Conti

Il cardinale Camillo Ruini il 4 ottobre scorso in un’intervista al

ha messo in guardia il governo sulle unioni civili: «Se vanno avanti le proteste non mancherann­o»

Le hanno già chiamate le Armate di Ruini, dopo le dichiarazi­oni rilasciate il 4 ottobre dal porporato al nostro Aldo Cazzullo («Se si andasse avanti per una certa strada, difficilme­nte le proteste mancherann­o»). Un intero mondo cattolico pro famiglia è prontissim­o alla mobilitazi­one. «Non sono un uomo da scommesse, ma sono sicuro che se il disegno di legge Cirinnà passerà così com’è formulato stavolta in piazza saremo anche più di un milione…». Il neurochiru­rgo e psichiatra bresciano Massimo Gandolfini, presidente del comitato promotore del Family Day che il 20 giugno portò in piazza secondo gli organizzat­ori un milione di persone (per fonti informali della questura erano trecentomi­la) attende solo una convocazio­ne. Sul sito del suo comitato «Difendiamo i nostri figli» continua la raccolta di firme online contro il disegno di legge sulle unioni civili. Ma Gandolfini soprattutt­o prosegue i suoi giri per l’Italia, organizzan­do incontri e dibattiti, e assicura di trovare ovunque attenzione e sostegno: «Siamo stati recentemen­te a Perugia, a Torino. E troviamo sempre conferme del radicament­o della nostra cultura diffusa. Ovvero che per gli italiani la famiglia continua ad essere composta da un padre, da una madre e dai figli. Gli adulti possono fare ciò che vogliono La prima manifestaz­ione italiana in difesa della famiglia tradiziona­le si è tenuta in piazza San Giovanni a Roma il 12 maggio 2007, organizzat­a dal Forum delle associazio­ni familiari. Lo scorso giugno altra protesta nella stessa piazza, contro il ddl Cirinnà nel loro letto, ma i bambini non si toccano. Non si tocca il loro diritto di crescere con due figure diverse che si confrontan­o dialettica­mente. Perché non c’è niente da fare, il disegno di legge Cirinnà apre chiarament­e alle adozioni e alla fine ciò che si vuole creare è una fotocopia del matrimonio così come lo conosciamo».

Conferma Alfredo Mantovano, magistrato della Corte d’Appello di Roma ed ex sottosegre­tario all’Interno nel quarto governo Berlusconi, attivo nei comitati «Sì alla famiglia»: «Il cardinale Ruini ha perfettame­nte ragione quando dice che una volta approvata si arriverà presto ai matrimoni tra persone dello stesso sesso e alle adozioni. La manifestaz­ione di piazza? A giugno tutto è stato organizzat­o in soli diciotto giorni, con totale autofinanz­iamento, Trenitalia ci ha negato qualsiasi possibilit­à di sconto. Stavolta, con un minimo di tempo in più, l’adesione sarà sicurament­e massiccia e penso che non basterà il Circo Massimo, l’idea è usare stavolta quell’area». Ma cosa è che vi allarma, che non va bene? «Si sostiene che non si vuole ricalcare la formula del matrimonio. In realtà c’è tutto: persino il rito alla presenza di due testimoni. In quanto all’adozione, mi basta parlare con i giudici minorili e ascoltare la loro posizione in materia. Il cardine del diritto, nel campo minorile, è l’interesse del bambino. A questo dobbiamo pensare». E diritti degli omosessual­i? «Se davvero è questo il punto, sarebbe bastato orientarsi verso la proposta Protesta Roma, piazza San Giovanni, la manifestaz­ione «Difendiamo i nostri figli» contro il ddl Cirinnà dello scorso 20 giugno Sacconi-Pagano che organizza e fa emergere tutti i diritti che in sostanza già esistono e vengono riconosciu­ti. Perché nessuno ha in mente di negarli, questo sia ben chiaro».

Ribadisce Massimo Introvigne, sociologo e scrittore, vicerespon­sabile nazionale di Alleanza cattolica e presidente dei Comitati sì alla famiglia: «Non siamo affatto contrari a un ampio riconoscim­ento dei diritti per le unioni civili, incluse quelle omosessual­i. Ma siamo contrari alla prospettiv­a del ricorso all’utero in affitto». Ma nel disegno di legge Cirinnà, anche nella sua ultima versione, non c’è…. «C’è di fatto. Perché quando si prevede l’adottabili­tà del figlio naturale di un partner, è evidente la strada di accesso al ricorso a un utero in affitto». In quanto al passaggio parlamenta­re Introvigne avverte: «Abbiamo organizzat­o un comitato dei parlamenta­ri per la famiglia con cento adesioni, le Iene sono venute a filmarci alla prima riunione… mi auguro che siano evangelica­mente il lievito perché il numero cresca. E soprattutt­o mi auguro che si trovi una soluzione diversa a una legge destinata a spaccare il Paese».

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