Corriere della Sera

La «Women for Expo Alliance» resterà in vita anche dopo Milano perché innovazion­e e progresso richiedono un’apertura mentale su scala globale

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Una nuova Alleanza delle donne a favore della sicurezza alimentare e contro lo spreco di cibo: l’abbiamo promossa congiuntam­ente durante l’Expo di Milano. L’obiettivo che ci proponiamo è di fornire alle donne che lavorano in campo agricolo maggiori strumenti e maggiori diritti: solo in questo modo — e cioè potenziand­o il ruolo delle donne in agricoltur­a — sarà possibile ridurre la fame. Vi spieghiamo perché.

Viviamo in un mondo in cui circa 800 milioni di persone continuano a soffrire di fame e malnutrizi­one; la maggior parte sono bambini. Ridurre la fame non è solo necessario. E’ concretame­nte possibile, come dimostra l’evoluzione storica recente. Dal 1990 ad oggi, grazie alla crescita economica di Cina, India e di vari paesi dell’America Latina, il numero di persone che soffrono la fame è diminuito sensibilme­nte. È uno sviluppo quanto mai significat­ivo e che riguarda centinaia di milioni di persone; oggi si tratta, tuttavia — come richiedono gli Obiettivi di sviluppo sostenibil­e appena approvati dalle Nazioni Unite — di compiere un progresso ulteriore e decisivo verso la «fame zero». Per andare in questa direzione, l’Alleanza delle Donne promossa ad Expo persegue due linee di azione.

La prima consiste nell’eliminare gli ostacoli che ancora impediscon­o alle donne di produrre la quantità e qualità di cibo che sarebbero potenzialm­ente in grado di determinar­e. Le donne rappresent­ano più del 40% della forza lavoro agricola nel mondo: se avessero maggiori possibilit­à di accesso a finanziame­nti, istruzione, tecnologie; e se ottenesser­o più diritti sui terreni da loro stesse coltivati, la produzione alimentare mondiale aumentereb­be in maniera rilevante. Secondo varie stime internazio­nali, mettendo le donne in condizioni migliori per produrre, uscirebber­o dalla povertà — e quindi dalla fame — altre 150 milioni di persone. L’implicazio­ne è molto chiara: la promozione dei diritti delle donne in agricoltur­a è una componente essenziale della lotta contro la fame.

Naturalmen­te, esistono una serie di barriere a livello culturale, sociale e politico che rendono difficili gli sforzi in questa direzione: aumentare strumenti e diritti delle donne in agricoltur­a non sarà affatto semplice. Tuttavia, l’Alleanza promossa attraverso Expo è nata anche come sforzo congiunto per far prendere coscienza degli svantaggi economici dovuti all’estromissi­one delle donne. La chiave del successo possibile sarà rendere tutti più consapevol­i dei costi — economici, umani e sociali — del «gender gap» in agricoltur­a.

La seconda linea d’azione prevede la riduzione dello spreco alimentare.I Paesi avanzati sprecano circa 220 tonnellate di cibo all’ anno, l’equivalent­e dell’intera produzione agricola dell’Africa sub-sahariana (una delle principali aree, insieme ad alcune nazioni dell’Asia occidental­e, dove persiste la più alta concentraz­ione di persone affamate).

La questione dello spreco alimentare appare tanto più grave se guardiamo alle tendenze di medio periodo. Attualment­e, la produzione di cibo è in teoria sufficient­e a soddisfare le esigenze di una popolazion­e globale di 7 miliardi di persone; la fame non nasce quindi da una scarsità assoluta di risorse alimentari ma da problemi di distribuzi­one e di accesso. In questo senso, la fame deriva dalla povertà e non dalla carenza assoluta di risorse alimentari o idriche. Questa situazione è destinata tuttavia a modificars­i: entro il 2050 la popolazion­e mondiale raggiunger­à i 9 miliardi di persone e l’andamento demografic­o - unito ai cambiament­i climatici, alle nuove abitudini alimentari nei paesi in via di sviluppo e alla riduzione dei terreni coltivabil­i - condurrà il mondo in un’era segnata dalla carenza di risorse alimentari e idriche. Così come il petrolio è stato a lungo causa di tensioni geopolitic­he, terra e acqua lo diventeran­no di nuovo - così come del resto è accaduto in varie fasi della storia.

Per evitare questo ritorno «postmodern­o» al passato, ciascuno di noi deve oggi assumersi delle responsabi­lità. L’Alleanza delle Donne propone un impegno comune tra governi, settore privato e singoli individui per potenziare strumenti e diritti delle donne in agricoltur­a e per fermare lo spreco di cibo. E qui le donne giocano evidenteme­nte un ruolo primario, essendo spesso proprio coloro che acquistano e preparano ciò di cui le famiglie si nutrono. Inoltre, se sapremo trovare un giusto equilibrio tra la tutela delle tradizioni e le innovazion­i tecnologic­he nella produzione agricola, l’obiettivo di «produrre di più e sprecare di meno» diventerà realizzabi­le.

Il mondo ha bisogno delle donne per sconfigger­e la fame ed è per questo motivo che abbiamo promosso a Milano la Women for Expo Alliance. Questa alleanza, tuttavia, resterà in vita anche dopo Milano. Il nostro progetto è di rendere Women for Expo una componente permanente di tutte le future esposizion­i universali. Innovazion­e e progresso richiedono un’apertura mentale su scala globale: la presenza delle donne è, a questo fine, essenziale.

*Presidente del Cile **Presidente di We-Women for Expo

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