Corriere della Sera

Banche popolari, la riforma supera (per ora) l’ostacolo Tar

No alla sospensiva della legge. Ubi conferma l’assemblea di sabato

- Fabrizio Massaro

L’ostacolo non era da poco: la richiesta al Tar del Lazio di sospendere i regolament­i della Banca d’Italia che specifican­o le norme della riforma Renzi delle banche popolari, in particolar­e su aspetti chiave come la limitazion­e del diritto di recesso ai soci dissenzien­ti con la trasformaz­ione in banca spa o il divieto di costituire una holding cooperativ­a come controllan­te di un istituto. A farne le spese sarebbe stato l’intero impianto del decreto varato lo scorso gennaio e, nell’immediato, l’assemblea di Ubi convocata per sabato 10 a Brescia, per votare appunto il cambio di statuto e di veste giuridica. Ma l’ostacolo legale è stato superato. Almeno fino ad ora. I consigli di sorveglian­za e di gestione di Ubi prenderann­o oggi atto della decisione confermand­o la convocazio­ne dei soci.

Dei tre ricorsi pendenti ieri davanti alla terza sezione del Tar presieduta da Francesco Corsaro, due saranno discussi direttamen­te nel merito il prossimo 10 febbraio, avendo i ricorrenti — Adusbef e Federconsu­matori da una parte, l’economista Marco Vitale dall’altra — rinunciato ad ottenere una decisione sulla richiesta urgente di sospension­e. I ricorsi sostenevan­o la incostituz­ionalità della legge di riforma sotto vari profili. Sul terzo ricorso, quello presentato da Piero Lonardi, consiglier­e di sorveglian­za di Bpm e socio di

Ubi, la sospension­e della norma non è stata concessa dal tribunale in quanto «non ricorre il caso di estrema gravità e urgenza». Secondo i giudici non lo è il solo caso della «imminente celebrazio­ne» dell’assemblea di Ubi, sottolinea­no nell’ordinanza: si tratta infatti di una «circostanz­a non ineluttabi­le» visto che la riforma delle Popolari concede loro 18 mesi per trasformar­si in spa.

Secondo fonti legali dei ricorrenti, il Tar inviterebb­e in sostanza le banche ad attendere la decisione di merito di febbraio prima di procedere alla convocazio­ne delle assemblee, indipenden­temente dalla mossa di Ubi. Una moral suasion che comunque non dovrebbe avere effetti pratici, visto che le banche che finora hanno comunicato il calendario per la trasformaz­ione in spa come per esempio Bpm, Bper, Banco Popolare, Creval, hanno indicato come scadenze l’autunno o la fine del 2016 per le assemblee. Sempre il 10 febbraio, quando entrerà nel merito del ricorso, il Tar deciderà anche sulla questione di costituzio­nalità, rinviando quindi o meno gli atti alla Consulta. Il dubbio di costituzio­nalità, secondo i ricorrenti, si basa sull’adozione da parte del governo dello strumento del decreto legge in mancanza dei presuppost­i di necessità e urgenza.

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