La dura legge del club
Insigne k.o. torna a Napoli, Conte deluso De Laurentiis: «Da noi nessuna pressione»
Bocche cucite e nervi scoperti. È sufficiente un comunicato di tre righe per riaccendere l’antica faida tra i club di serie A e l’Italia. «Il calciatore Lorenzo Insigne, da martedì a riposo precauzionale a seguito del versamento al ginocchio destro accusato dopo Milan-Napoli, pur migliorato, presenta ancora una sofferenza articolata e farà ritorno alla società di appartenenza».
La storia si ripete. Sgradevole, ma inevitabile. Le società fanno la voce grossa e la Nazionale, amata soltanto quando arriviamo alla fase finale di un Mondiale o un Europeo, deve chinare la testa. Gli attriti tra Antonio Conte e la Juventus, prima per Chiellini, poi per Pirlo e Ogbonna e infine il giorno del clamoroso infortunio-non infortunio di Marchisio, hanno segnato la storia della scorsa stagione. E chi ha letto l’intransigenza bianconera come la semplice volontà di complicare il lavoro del vecchio allenatore dopo un divorzio traumatico, adesso deve arrendersi alla realtà dei fatti. I club più forti si muovono allo stesso modo, seguendo le stesse logiche. Un andazzo che fa imbestialire Conte e fortifica le sue intenzioni di divorziare dopo l’avventura in Francia.
Stavolta è il Napoli a sconvolgere i piani azzurri alla vigilia di due partite decisive in vista della qualificazione a Euro 2016. Martedì i medici della Nazionale, d’intesa con quelli partenopei, avevano siringato del liquido dal ginocchio martoriato (il destro) di Insigne. Ieri l’attaccante più in forma della serie A avrebbe dovuto ricominciare a lavorare. Invece, durante il riscaldamento, ha scosso la testa e alzato bandiera bianca: «Mister torno a Napoli». Si è arreso subito, il talentino che vanta solo 6 presenze e un gol in Nazionale e lo ha fatto due giorni dopo Berardi. Nel caso di Insigne è facile immaginare che a condizionare la sua scelta siano state le pressioni del Napoli. Anche se il presidente De Laurentiis prova a stemperare: «Non abbiamo fatto alcuna pressione, il ginocchio di Lorenzo è gonfio e a rimandarlo a casa è stato il medico della Nazionale. In Italia si fanno solo polemiche invece di pensare ai fatti». Ma a Castelvolturno, dove il ragazzo è atteso questa mattina per ulteriori controlli, sanno quanto Lorenzo sia importante nel gioco di Sarri e soprattutto quanto sia decisiva, tra 10 giorni, la sfida con la Fiorentina.
Conte non ha gradito. Perché se si può azzardare che il recupero del giovane esterno non fosse scontato per la partita con l’Azerbaigian, è facile immaginare che sarebbe stato disponibile martedì a Roma con la Norvegia. Il Napoli ha fatto i propri interessi. E Insigne non si è opposto. Ma non è facile mettersi contro il proprio datore di lavoro, ci vuole anima e personalità, quella di Buffon e Pirlo, per esempio. La storia è piena di giocatori che hanno anteposto la Nazionale al club. All’estero difendere il proprio Paese è quasi una religione: Jovetic, contro il parere di Mancini, è volato in Montenegro nonostante il mal di schiena.
La Federcalcio ha evitato commenti ufficiali tenendo a precisare che Insigne non si è fatto male a Coverciano. Conte invece sta studiando soluzioni alternative e intanto ha chiamato Bonaventura. Per sostituire Insigne è pronto El Shaarawy, che è diventato un vero e proprio jolly, ala nel 4-3-3, esterno nel 4-4-2, persino centravanti con il Monaco. «La duttilità nel calcio moderno è un valore aggiunto. In Nazionale c’è molta concorrenza, ma io voglio tenermela stretta la maglia azzurra». Il Faraone è in vantaggio su Giovinco, così come Pirlo su Verratti: sono i due dubbi che accompagneranno il c.t. verso Baku.