Corriere della Sera

Tra mecenati e museo Ferrari la missione emiliana del premier

Cena con Marchionne, Elkann e investitor­i internazio­nali. Proteste Fiom

- DAL NOSTRO INVIATO Francesco Alberti

Tuffo nell’Italia che funziona tra alta imprendito­ria e mecenati del sociale. E alle contestazi­oni di Fiom e Cgil su Jobs act ed dintorni — che pure ci sono state e anche piuttosto rumorose (un centinaio i manifestan­ti) — ha provveduto l’accorta regia di Palazzo Chigi, impegnata a mantenere le proteste confinate ai margini dell’evento, comunque lontane dall’ospite d’eccellenza.

Il minitour emiliano di Matteo Renzi si è ieri snodato lungo direttrici tutt’altro che casuali nell’intento di lanciare segnali d’ottimismo sull’Italia che va e, a cascata, sull’operato del governo e sul ruolo degli «imprendito­ri illuminati». A Modena, nel Museo a forma di cofano dedicato a Enzo Ferrari, alla riunione annuale della banca d’affari Bdt — che vanta tra i suoi clienti il fior fiore dell’imprendito­ria internazio­nale — il presidente del Consiglio si è concesso una serata (più cena) con i vertici della Fca, il presidente John Elkann e l’amministra­tore delegato Sergio Marchionne.

Un’occasione costruita ad arte per discutere di strategie globali, illustrare ai presenti (inviti selezionat­issimi: non più di una trentina di persone) le riforme del governo e festeggiar­e l’imminente decollo della Ferrari a Wall Street. Prima, due ore passate a Bologna, tra le opere d’arte e le eccellenze della Manifattur­a di arti, sperimenta­zione e tecnologia (Mast) creata dall’imprenditr­ice del gruppo Coesia, Isabella Seragnoli, e quindi all’Opificio realizzato da Marino Golinelli, 95 anni, imprendito­re farmaceuti­co che su questa cittadella per la conoscenza e la cultura di 9 mila metri quadrati ha investito più di 30 milioni.

«Oggi ho visto due esempi dell’Italia di domani» ha commentato Renzi su Twitter, a conferma del fascino che l’Emilia un tempo « rossa » continua a esercitare sul capo del governo. Ieri più che mai, poi, vista l’aria che tirava attorno a Ignazio Marino e alla sua giunta che fu. Solo una settimana fa, a Modena, il premier ha avuto un vertice con il presidente francese François Hollande (condito da una cena sugiungere L’incontro Il premier Matteo Renzi saluta l’imprendito­re Marino Golinelli per all’Osteria francescan­a di Massimo Bottura). Ieri, altre eccellenze. Anche se non sono state solo rose. Oltre ad evitare contatti con la stampa, il capo del governo si è anche tenuto a debita distanza dal rumoroso comitato d’accoglienz­a che Fiom e Cgil gli hanno preparato ai cancelli del Museo Ferrari. Fischi e cori per lui e Marchionne, ribattezza­ti dalla cartelloni­stica dei contestato­ri «La strana coppia». Ad ag- pepe anche i Cinque Stelle che, con l’eurodeputa­to Marco Affronte, hanno postato su Facebook la foto dell’aereo presidenzi­ale con il quale Renzi è arrivato a Bologna: «Il nostro caro premier pare ormai incapace ad utilizzare i mezzi di trasporto dei comuni mortali».

Meglio è andata a Bologna dove il presidente del Consiglio è rimasto ammirato dalle creazioni e dalla lungimiran­za che fanno dell’Opificio Golinelli una realtà unica: «Un luogo che tutti gli insegnanti dovrebbero visitare almeno una volta nella vita» il commento di Renzi, che ha caldeggiat­o un accordo tra Fondazione, ministero dell’Istruzione ed EmiliaRoma­gna.

Il tweet A Bologna ho visto due esempi dell’Italia di domani: Mast e Opificio Golinelli

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