Muti: non ha senso tornare alla Scala per un concertino
Il maestro frena. Ma il teatro vuole dedicargli una mostra nel 2016 e gli offre la direzione di un’opera
Quale che sarà l’esito del ventilato ritorno di Riccardo Muti alla Scala, da qui allo sciogliersi della riserva potremmo assistere a tira e molla, sussurri, accelerazioni e frenate. È il mondo della musica, bellezza! È fatto così, e un accadimento di tanto richiamo non può sfuggire a questa logica. Infatti non sfugge.
Ieri, nel corso della presentazione del ciclo di lezioni-prove aperte che Rai5 manderà in onda dal 21 ottobre, Muti è tornato sull’invito a lui rivolto dal sovrintendente Alexander Pereira. La Scala auspicherebbe un ritorno di Muti già per il prossimo anno, in concomitanza del 75mo compleanno del maestro, occasione nella quale il Teatro vorrebbe anche organizzare una mostra per celebrare il direttore che per 19 anni è stato alla guida dell’orchestra. Lui appare più cauto.
«Questa vicenda non è in cima ai miei pensieri», ha dichiarato Muti alla stampa, frenando l’entusiasmo. «Se dovesse succedere, succederà». E ha aggiunto: «Che io torni o non torni alla Scala è secondario; importante è che la Scala mantenga alto il prestigio del suo passato. E questo non riguarda solo la Scala, ma tutti i teatri italiani, soprattutto quelli storici, dove tutti devono senprio». la responsabilità di un passato così glorioso cercando di mantenersi sempre a quel livello. Non è che mi alzo alla mattina e dico “quand’è che torno alla Scala?”. Io non ci penso proAnche perché, ha ricordato il maestro, «ora dirigo l’orchestra di Chicago che mi ama molto, io l’amo e mi dà soddisfazione». Con questa compagine fra pochi giorni, tornerà in tourné in America.
Quindi la stoccata: «Cosa vuol dire è tornato alla Scala. Sì, è tornato alla Scala, ha fatto il suo concertino e se ne è andato. Che senso ha? Hanno senso i 19 anni che ho fatto alla Scala - ha proseguito - come hanno avuto senso gli anni in cui è stato Claudio Abbado, cioè di direttori d’orchestra che hanno amato profondamente quel teatro, come è stato Toscanini che si dimise tre volte».
Nessuna dichiarazione dalla Scala, dove si attende che il maestro sciolga le riserve. L’invito del teatro è aperto, «non per un concertino»: può essere un concerto, un’opera e anche un programma per gli anni successivi. Il direttore musicale Riccardo Chailly si sarebbe sentito telefonicamente con Muti. Tra gli orchestrali ci sarebbero state anche le consuete raccolte di firme o perorazioni. Ma l’addio di Muti nel 2005 fu burrascoso; la ricomposizione continua a richiedere accortezza e c’è sempre il rischio che serpeggi qualche malumore.
Non è che mi alzo la mattina e dico: «Quand’è che vado?» Io dirigo l’orchestra di Chicago che mi ama