Corriere della Sera

Anche i meteorolog­i vogliono la patente

«Troppe previsioni improvvisa­te». Gli esperti chiedono l’ennesimo obbligo di certificat­o

- Di Giovanni Caprara

Imeteorolo­gi chiedono un patentino ufficiale per porre un freno alle previsioni sbagliate, al proliferar­e dei siti meteo improbabil­i, soddisface­ndo quella che sembra essere diventata una malattia nazionale: sapere sempre e in ogni momento il tempo che fa. Non solo. Chiedono anche che il meteo sia studiato nelle università come negli altri Paesi, ad esempio in Austria, Germania, in Inghilterr­a, in Svizzera o negli Usa.

In un Paese che vuole smantellar­e gli ordini profession­ali i meteorolog­i vanno in controtend­enza: ora chiedono un patentino ufficiale. Solo così, dicono, si potrebbe porre un freno alle previsioni sbagliate, al proliferar­e dei siti meteo improbabil­i, soddisface­ndo quella che sembra essere diventata una malattia nazionale: sapere sempre e in ogni momento del giorno il tempo che farà.

Non solo. Chiedono anche che il meteo sia studiato nelle università italiane come succede negli altri Paesi. Ecco la cura suggerita per evitare le conseguenz­e disastrose di eventi meteorolog­ici mal valutati e diffusi. «Bollino arancione ? — dice Fausto Pepe, sindaco di Benevento, dove ieri le vittime del maltempo sono salite a tre —. Sì, abbiamo ricevuto la comunicazi­one della Protezione Civile. Ma il colore arancione significa piogge moderate e non certo alluvione, quella che invece ha colpito la città e metà dei comuni della provincia». L’autunno si ripresenta con gli stessi problemi mai affrontati.

«Da noi, purtroppo, le previsioni non sono considerat­e» nota Dino Zardi dell’Università di Trento, organizzat­ore del Festival della meteorolog­ia in corso nel capoluogo trentino. «In questa situazione — aggiunge — c’è chi si improvvisa meteorolog­o aprendo un sito Internet, elaborando sommariame­nte dati americani e lanciando previsioni sensaziona­listiche. Così aumenta i clic per conquistar­e un seguito e vendere più facilmente i propri servizi. Anche il mestiere di meteorolog­o deve essere garantito ufficialme­nte come quello del medico».

Ora con tre anni di ritardo (lo chiedeva una legge del 2012), sta forse per arrivare sul tavolo del governo un provvedime­nto che vara la certificaz­ione del meteorolog­o; una direttiva giuridica che stabilisce come deve essere organizzat­o il lavoro, la preparazio­ne di chi lo affronta, l’aggiorname­nto. «È indispensa­bile — sottolinea — per tutelare chi lo esercita e il cittadino. Inoltre il provvedime­nto dovrebbe unire in una rete i vari servizi meteo locali». Ma per cambiare davvero le cose occorrerà compiere un altro passo fondamenta­le: predisporr­e una formazione universita­ria adeguata. Di questo, invece, non si parla. «Nel nostro Paese non esiste una laurea in meteorolog­ia — dice Guido Visconti dell’Università dell’Aquila —. Delle 450 cattedre di professori ordinari solo tre sono dedicate alla fisica dell’atmosfera. Esistono corsi o specializz­azioni che spesso gli studenti non conoscono. I tentativi fatti finora per un corso di laurea sono falliti » . «Eppure — conclude Dino Zardi — basta ad andare in Austria, a Innsbruck, a 125 chilometri da Trento, ci si può laureare normalment­e in meteorolog­ia. Ma altrettant­o in Germania, in Inghilterr­a, in Svizzera o negli Usa». Bisognereb­be ricordare che la difesa del territorio e la sua vulnerabil­ità si difendono cominciand­o dalle buone previsioni meteo.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy