Lo strappo sulle unioni civili
Boschi a Ncd: cerchiamo altri voti. Il premier frena sulle adozioni per i gay
Unioni civili, scintille nella maggioranza. Il ministro Boschi sfida Alfano: «Se Ncd non vota, faremo alleanze con altri». Secca la replica: «Siamo pronti a tutto contro le adozioni per le coppie gay». E proprio sulle adozioni arriva la frenata di Renzi: i sondaggi dicono che due terzi degli italiani non sarebbero favorevoli alla «stepchild adoption».
Con un ripensamento rispetto a venerdì, ieri il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi ha affermato che la legge sulle unioni civili potrebbe avere una tempistica più rapida del previsto: «Non è detto con certezza che sarà rinviata a dopo quella di stabilità».
Poi, sempre dalla festa dell’Italia dei Valori, ha aggiunto: «Abbiamo incardinato la legge in Parlamento e non è stato semplice. È solo il primo passo. Se ci sarà spazio da qui a dicembre, ne discuteremo. L’obiettivo del Pd è l’approvazione della norma sulle unioni civili. Se facciamo lo sforzo di trovare un accordo sulle riforme costituzionali con le opposizioni, è giusto che lo stesso sforzo venga fatto sulle unioni civili».
Dunque, dal momento che «per il Pd il tema è fondamentale» e che «il Pd da solo non ce la fa», «se Ncd non darà il suo appoggio, faremo accordi, alleanze con altre forze».
Il messaggio ha subito provocato la reazione irritata proprio di Ncd. Che infatti, per voce del suo leader e ministro dell’Interno Angelino Alfano, fa sapere: «Anche noi siamo pronti a ogni alleanza in Parlamento e al ricorso al voto segreto, pur di bloccare le adozioni da parte delle coppie gay, pur di difendere il diritto dei bambini ad avere un papà e una mamma, pur di impedire il ricorso all’utero in affitto che vogliamo diventi reato universale, cioè che sia considerato tale anche quando effettuato all’estero».
E sul tema il partito è compatto. Renato Schifani, presidente dei senatori, lancia un avvertimento con un tweet: «No a nuove forzature! Le unioni civili sono un iniziativa parlamentare. Il governo si tenga fuori». Tutto proprio all’unisono con il suo omologo alla Camera, Maurizio Lupi; e su questo terreno anche il «dissidente» Gaetano Quagliariello si riallinea: «Le unioni civili non sono nel programma di governo, non si capisce per quale motivo i ministri e gli esponenti pd dell’esecutivo continuino a parlarne». Mentre Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro del Senato, chiede «una moratoria su materie divisive come la genitorialità omosessuale», perché il patto di governo deve durare fino alla fine della manovra, e le unioni civili essere «rinviate al nuovo anno».
Intanto, a cavalcare politicamente la querelle tra governo e Ncd, si incunea immediatamente Forza Italia. Il capogruppo alla Camera Renato Brunetta commenta che, con l’annuncio della Boschi su possibili nuove alleanze, è stata «ufficializzata la subalternità di Alfano». Il senatore Lucio Malan ricorda che «come insegna la nostra triste esperienza del patto del Nazareno, fidarsi di Matteo Renzi è rovinoso. Ncd dovrebbe saperlo ormai». E, infine, la deputata Daniela Santanché rincara la dose: «Povero Alfano, che fine miserevole ha fatto: Renzi l’ha usato a suo uso e consumo e ora è pronto a nuove maggioranze… Il Nuovo centrodestra è rimasto con il cerino in mano. Forza Italia invece porterà avanti coerentemente la sua linea: sulle unioni civili libertà di coscienza, ma no alle adozioni per le coppie gay».