«Toni diversi quando governavamo con Berlusconi»
Alfredo D’Attorre rivela al Corriere della Sera che non voterà la legge di Stabilità e annuncia il suo addio. «D’Attore sbaglia, questa è una legge profondamente di sinistra. Taglia le tasse, investe sul lavoro e sulla povertà». Ettore Rosato, capogruppo pd alla Camera, non appare preoccupato. Minoranza ancora all’attacco. Perché? «C’è un filo comune ricorrente in queste critiche. Mi piacerebbe che tutti facessero quadrato sullo sforzo di far ripartire il nostro Paese. Come anche chi oggi è in maggioranza ha fatto a suo tempo».
Qual è il vero obiettivo delle minoranze? Migliorare i provvedimenti, abbattere Renzi, creare un’alternativa fuori dal Pd?
«Sicuramente non c’è un obiettivo di merito. Andare a criticare singoli e residuali aspetti della manovra è un modo per cercare lo scontro. Non trovo letture costruttive». D’Attorre parla di mutazione genetica. «Non ricordo tanta veemenza quando eravamo al governo con Verdini e Berlusconi e il segretario non era Renzi». Ci sarà una scissione? «Io registro un gruppo compatto, poi non so se sono in moto processi politici che non c’entrano niente con il contenuto».
La manovra non prevede nulla per la flessibilità in uscita per le pensioni.
«Non ci sono le risorse per fare tutte le cose che desideriamo. Ma non è il nostro l’ultimo provvedimento economico».
Le misure per i dipendenti pubblici, per D’Attorre, sono «briciole insultanti».
«Probabilmente non ricorda le altre leggi di Stabilità approvate dal centrosinistra, in cui non c’era nulla».
Sui poveri, il mondo cattolico sperava in qualcosa di più.
«Rispetto alle speranze, tutte le misure sono modeste. Ma abbiamo messo in campo 27 miliardi di euro: difficile ricordare manovre simili». Mugugni anche per il Sud, dimenticato. «Non è vero, ci sono misure per Terra dei fuochi, Salerno-Reggio Calabria e Ilva. E poi ci sono le misure generali sui Comuni, che consentiranno lo sblocco di investimenti».
Sull’aumento del tetto per i contanti anche Orlando e Franceschini sono in disaccordo.
«Non è la soluzione di tutti i problemi, ma neanche il problema. Ricordo che il governo Prodi portò l’uso del contante a 5 mila euro».
Per Bersani, Renzi insulta l’intelligenza degli italiani.
«Bersani dovrebbe ascoltare le richieste delle categorie economiche».
Per D’Attorre con l’abolizione dell’Imu si favoriscono i proprietari di castelli.
«Non è un’Italia di castelli: l’82 per cento delle famiglie ha una prima casa in proprietà. Queste misure servono per rilanciare l’edilizia»
Unioni civili, Ncd frena: vi sganciate da loro o le annacquate?
«Noi le faremo. Siamo pronti a dialogare, ma non ad annacquare il testo depositato il Senato, che è un ottimo punto di equilibrio».