Corriere della Sera

Casaleggio e Grillo: pronti per il governo

Frenata su Di Maio. Il leader: sogno di togliere il nome dal logo. Il guru: abbiamo il doppio degli iscritti pd

- DAL NOSTRO INVIATO Emanuele Buzzi

Una giornata di incontri, di agorà, con temi tutti a cinquestel­le. Ma soprattutt­o, una giornata d’attesa. Gianrobert­o Casaleggio e Beppe Grillo, i leader e garanti del Movimento, visitano « Italia 5 Stelle » in giornata, ma si riservano lo spazio per il loro intervento in serata. Prima solo poche battute. «Non guardiamo i sondaggi, non ne azzeccano una — commenta Grillo, che critica una kermesse come Expo perché «noi nutriamo il cervello» —. Però andiamo bene, mi pare: non tanto noi, quanto i cittadini, che erano un po’ restii, ora stanno capendo che facciamo le cose bene». Anche Casaleggio ribadisce che i pentastell­ati sono «pronti a governare, ma non ci sono nomi».Su Luigi Di Maio i due leader sono concordi: «candidato premier? Non è certo».

Ma se la festa per Il Movimento è a Imola, la testa è a Roma, alla sfida per il Campidogli­o. Lo stesso stratega, incalzato, ammette: «A Roma ci stanno aiutando a vincere». Sotto osservazio­ne ci sono loro, i quattro consiglier­i romani del Movimento, che raggiungon­o Imola nel pomeriggio. Tra loro potrebbe esserci il futuro candidato dei Cinque Stelle, in pole position nei sondaggi. «Viviamo nel rispetto delle nostre regole, per noi è basilare. Che il candidato esca da noi è un’ipotesi che stiamo valutando», ammette Marcello De Vito. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Virginia Raggi, che viene indicata come la favorita tra i quattro. «Una candidata donna? Per me sarebbe una sfida doppia, anche come madre. Ognuno di noi sta facendo le sue riflession­i». Enrico Stefàno pone l’accento sul fatto che “Roma vada ricostruit­a”, mentre Daniele Frongia paragona la vittoria nella Capitale all’Everest, «ma è a portata di mano».

Oltre Roma c’è la festa, tra le lamentele di alcuni meet up, il silenzio dei sindaci e la querelle sul numero dei partecipan­ti (in calo comunque rispetto all’edizione del 2014). Negli stand si può giocare ad abbattere barattoli con la faccia degli odiati politici, scattare selfie coi volti più noti del Movimento, vedere l’esposizion­e delle scarpe di canapa. Sul palco principale si parte con il cantautore (militante cinquestel­le) Andrea Tosatto che intona sfottò per Ignazio Marino sulle celebri note di «Marina» e si finisce con l’ovazione per Luigi Di Maio e gli interventi di Grillo e Casaleggio. Prima lo stratega punzecchia i dem («abbiamo il doppio dei loro iscritti») e poi annuncia che il programma del Movimento sarà stabilito in Rete: «Adesso vogliamo andare al governo prima che questi distruggan­o il Paese».

Conclude il capo politico, dopo un siparietto con Casaleggio («Lui è il guru, io l’elevato»), che annuncia: «Io ho un sogno, voglio togliere Beppe Grillo dal simbolo, perché il movimento diventerà vostro».

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