La difesa di Mantovani «I lavori li ho pagati» Il pm: non va liberato
«Non sono mai stato retribuito», se non «per un terzo» per i lavori nella Cascina Vittoria, aveva dichiarato l’architetto Gianluca Parotti al pm che gli chiedeva quanti soldi gli avesse pagato l’ex vice presidente forzista della Regione Lombardia Mario Mantovani per un lungo elenco di lavori nel suo patrimonio immobiliare da 11 milioni e in alcuni progetti del Comune di Arconate. Ma ora Mantovani da San Vittore contrattacca e dice di averlo già compensato: «Gli ho ceduto parte di una villa e ho pagato le sue parcelle, tra noi il vero debitore è l’architetto».
Per il pm Giovanni Polizzi, che ieri ha detto no alla scarcerazione dell’ex senatore e coordinatore di Forza Italia in Lombardia arrestato venerdì dal gip Stefania Pepe a più di un anno dalla richiesta della Procura, Parotti avrebbe corrotto Mantovani prestandogli gratis la sua opera professionale in cambio di incarichi in appalti pubblici.
Con una memoria depositata per l’interrogatorio di domani, l’avvocato Roberto Lassini, difensore dell’ex sottosegretario alle Infrastrutture nel governo Berlusconi arrestato per concussione, corruzione e turbativa d’asta, sostiene invece che il professionista non deve avere nulla. La prova? Due rogiti con i quali nel 2003 e nel 2004 Parotti ha ottenuto «la cessione del diritto di superficie per ben 40 anni» di una «ampia porzione» di un fabbricato con «ampia area pertinenziale» nell’area della settecentesca Villa Clerici a Cuggiono. Parotti, che si era occupato della ristrutturazione della magione nobiliare commissionata da Spem, la fiduciaria riferibile a Mantovani, al pm aveva dichiarato di aver impegnato «per 18 mesi due persone per 8 ore al giorno». Fatti i conti, per la Procura Mantovani avrebbe dovuto dargli 288.000 euro. «Il vero debitore» è lui, obietta Lassini, perché la cessione dell’immobile, in cui l’architetto avrebbe ricavato la sua «lussuosa abitazione» e il suo «rilevante» studio, «non è mai stata pagata: la Spem rimane creditrice di una somma pari perlomeno a centomila», più rivalutazione e interessi.
Dall’inchiesta era emerso che Parotti aveva ricevuto solo 57 mila euro per i lavori nella Cascina Vittoria dove «è stata ricavata l’abitazione di Mantovani ad Arconate», paese di cui il politico è stato tre volte sindaco. «Ho svolto la progettazione e la direzione dei lavori dal 1999 al 2012», aveva detto a verbale l’architetto, ma «ho percepito solo un terzo del compenso » , i 57.000 euro già a conoscenza della Gdf dalle intercettazioni. Tra dare e avere, quindi, Parotti per Cascina Vittoria dovrebbe ricevere altri 114 mila euro, ma Mantovani si dice pronto a documentare di avergli pagato già «ben 160.358,99 euro».
E tutti gli altri lavori al Comune e alla famiglia Mantovani? Non ne è lui il beneficiario, scrive il legale che ora attende che «qualcuno da Bruxelles dica qualcosa su una richiesta di custodia cautelare rimasta nel cassetto tredici mesi prima di essere eseguita».