Corriere della Sera

Ferrari verso il tutto esaurito Le richieste degli investitor­i. Martedì il prezzo, mercoledì il debutto a Wall Street

- M. Bor.

La bandiera a scacchi della quotazione a Wall Street è ormai dietro la curva. E la Ferrari si sta avvicinand­o al traguardo dello sbarco alla Borsa di New York — previsto fra tre giorni, il 21 ottobre — a grande velocità. La domanda per le azioni del Cavallino rampante, infatti, avrebbe già ampiamente superato l’offerta. Tanto che il book delle prenotazio­ni potrebbe chiudersi già oggi, riservando una sorpresa per il presidente di Fca John Elkann e l’amministra­tore delegato Sergio Marchionne. Se saranno confermate le ultime indiscrezi­oni sulle richieste da parte degli investitor­i di gran lunga superiori alle azioni offerte «in tutta» la forchetta di prezzo (tra 48 e 52 dollari), non è escluso che il prezzo possa alla fine risultare più elevato (anche del 20%) rispetto al target massimo. In tal caso il valore dell’Ipo (Initial public offering) risultereb­be più elevato della quota di un miliardo di dollari attualment­e ipotizzata. Per avere un quadro certo, però, occorrerà aspettare martedì 20 ottobre, vigilia del debutto della Rossa a Wall Street sotto il simbolo «Race», quando sarà annunciato ufficialme­nte l’effettivo prezzo di collocamen­to.

La grande richiesta di azioni, in realtà, non è una sorpresa: le previsioni degli analisti evidenzian­o da tempo la possibilit­à di un collocamen­to «coperto» più volte rispetto all’offerta di 18,8 milioni di azioni. Ma il roadshow di Marchionne, che ieri ha fatto tappa al quartier generale di Maranello dopo New York, Baltimora, Boston e Londra, ha sancito che le aspettativ­e erano ben riposte. Nasce da qui la possibilit­à di un rilancio sul prezzo di collocamen­to che garantireb­be più denaro fresco per finanziare il piano di investimen­ti. Dopo l’Ipo, Fiat Chrysler deterrà l’80% di Ferrari, il cui valore complessiv­o è quindi stimato attorno ai 10 miliardi di dollari. All’inizio del 2016 il Cavallino sarà scorporato da Fca e passerà sotto il controllo di Exor, la holding della famiglia Agnelli. Solo allora la casa di Maranello inizierà a pensare a una eventuale quotazione anche a Piazza Affari.

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