Corriere della Sera

L’Inter insegue un successo che manca da cinque stagioni, la Juventus deve rientrare nella corsa tricolore Lo scudetto e non solo Mancini: Allegri «Capiremo sorride il nostro «Ho tutti a futuro. E l’1-0 disposizio­ne, giocando male è la prima va benissimo»

- Alessandro Pasini DAL NOSTRO INVIATO Paolo Tomaselli

C’erano tre «se» ieri nel racconto di Roberto Mancini. Il primo riguarda l’atteggiame­nto mentale: «Se saremo concentrat­i come nelle prime cinque partite, potrebbe bastare...». Il secondo ha a che fare con il famoso gioco/non gioco: «Se vinciamo 1-0 giocando male, mi va benissimo comunque». Il terzo va oltre stasera e guarda al futuro con un po’ di ironia: «Se dovessimo perdere ma poi vinciamo lo scudetto, non è un problema...».

È un manifesto chiaro, molto manciniano. Fatto di realismo, senso del momento e un certo distacco che dovrebbe servire a stemperare la tensione (degli altri). «Cinque anni che non battiamo la Juve a San Siro aumentano la pressione? No. Io cinque anni fa non c’ero...». Il tecnico in realtà sa bene che è dai tempi della Tripletta che l’Inter non è così vicina a invertire la tendenza con la nemica di sempre, però procede ugualmente leggero, seguendo la via indicata da Massimo Moratti: «Noi più spensierat­i della Juve? Posso essere d’accordo».

Comunque sia, ciò he conta è che stasera l’Inter gioca due match. Uno è per la classifica, e non credete ai tecnici quando dicono che stasera non sarà decisiva: sono giorni che la tentazione di spedire la Signora a meno 11 dà i brividi al popolo nerazzurro e alla squadra. L’altro match è per la conoscenza di se stessi: «Capiremo se possiamo stare in alto fino alla fine», confessa il Mancio, lui pure curioso di vedere a che punto sta la ricostruzi­one.

Della Juve c’è poco da dire perché tutto si sa: «Dybala e Morata sono bravissimi, Pogba è fra i migliori al mondo, Khedira e Marchisio sono fondamenta­li, Cuadrado dà velocità. E tutti sono sopra la media». Proprio Cuadrado potrebbe essere la causa di uno dei dubbi che il tecnico confessa di avere, il terzino sinistro: Telles o Juan Jesus? «Ma la questione non è tenere Cuadrado in velocità. Decisiva è l’attenzione difensiva di tutta la squadra». Questo porta con sé l’altro dubbio, che Mancio non rivela e che dovrebbe riguardare la mediana: a tre o a quattro? Medel-Melo insieme? Kondogbia o Guarin, oppure entrambi di nuovo, in quella convivenza finora assai complessa? L’idoneità di Jovetic dal 1’ verrà valutata stamane, così di sicuro c’è solo il forfait di Ljajic, non convocato per un affaticame­nto ai flessori della coscia sinistra. Siccome però, ormai ce lo stanno insegnando tutti gli allenatori, il modulo non conta, ciò che Mancini chiederà ai suoi è soprattutt­o la testa giusta. Cercando di convincerl­i che la pressione è tutta degli altri: «Noi favoriti per lo scudetto? Sbagliato. È la Fiorentina che è prima...». Novità Ivan Perisic, 26 anni, croato di Spalato, alla prima stagione con l’Inter dopo avere giocato con Bruges, Borussia Dortmund e Wolfsburg. Contro la Samp ha segnato il suo primo gol in serie A (Ipp)

E se dopo la sosta fosse tornata— definitiva­mente — la Juventus? A giudicare dall’umore di Max Allegri alla vigilia di una partita che sembra uno spartiacqu­e, il dubbio è lecito. «Per la prima volta, più o meno, ho quasi tutti i giocatori a disposizio­ne» dice il tecnico, con l’aria di chi aspettava questo momento. Marchisio, presente. Khedira, presente. Morata e Pogba arruolabil­i. Mandzukic anche. La Juventus, soprattutt­o a centrocamp­o, non ha mai giocato con la formazione costruita in estate. Quale occasione migliore allora per testarla della sfida contro l’Inter?

«Escludo assolutame­nte che sia una partita da dentro o fuori — premette Allegri —. Dobbiamo essere realisti, in questo momento credo che il nostro obiettivo sia quello di arrivare a marzo in lotta per lo scudetto. Questa non è una partita che decide il titolo, ma è sicurament­e importante perché per recuperare dobbiamo dare continuità ai risultati. Tutti dicono che siamo ancora i favoriti? Non lo so il perché, domandatel­o a loro. Garcia sta dicendo il contrario di un anno fa. Mancini cerca di togliere pressione ai suoi, ma in questo momento la classifica dice che l’Inter è la favorita per lo scudetto, nonostante la Fiorentina sia prima e stia facendo un ottimo campionato: per me non lotterà per il titolo. Poi c’è la Roma, il Napoli è il terzo favorito e la Juve la quarta. Anzi, prima di noi c’è anche il Milan...».

Il giochino di mettere pressione agli avversari potrebbe durare a lungo. Ma adesso i problemi da risolvere per la Juventus sono ben altri. Dopo la vittoria in rimonta sul Bologna prima della sosta, Allegri aveva parlato della necessità di creare «un blocco unico», ora parla di «dislivello di preparazio­ne», perché Marchisio in campionato ha giocato 40 minuti, Khedira una partita, Mandzukic due. «Dobbiamo avere pazienza ed essere consapevol­i che bisogna dare continuità ai risultati: bisogna essere bravi a farlo nel minor tempo possibile».

Il cemento a presa rapida si chiama vittoria. Non sono escluse sorprese nella formazione, ma la Juve di Milano dovrebbe essere quella camaleonti­ca delle ultime partite. All’insegna della duttilità offensiva «e di una fase difensiva migliore». Ben sapendo, come ha detto Roberto Mancini al Corriere, che l’allenatore è un uomo solo: «Sono d’accordo — rilancia Allegri —. È la prima cosa che ti dicono a Coverciano: l’allenatore è un uomo solo e con la valigia in mano...». Ma il trolley, nel bagagliaio di un pullman finalmente al completo, può anche servire per ripartire. Talento Paul Pogba, 22 anni, giocatore dai grandi colpi, perfetto per una partita come quella di stasera a San Siro Il francese è alla quarta stagione con la maglia della Juventus (LaPresse)

Noi favoriti per lo scudetto? No, è la Fiorentina che è prima. Se dovessimo perdere stasera e poi vincere il titolo, nessun problema... Tutti dicono che siamo ancora i favoriti? Non lo so il perché. Garcia sta dicendo il contrario di un anno fa. Mancini cerca di allentare la tensione

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