Corriere della Sera

Frena i sintomi dell’artrosi con la strategia giusta

Trattament­i a base di acido ialuronico e regole di stile di vita, sono il mix di strategie mirate per migliorare il dolore e la rigidità delle articolazi­oni

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D olori alla schiena, ginocchia che sembrano non reggere più il corpo. Succede specialmen­te in questa stagione così bizzosa, quando cambia il tempo. Ma non sono le ossa a fare male, come spesso si dice. In realtà, sono le articolazi­oni a essere dolenti e succede a chi soffre di artrosi. In caso di bassa pressione atmosferic­a infatti, alcuni studi hanno evidenziat­o che si crea uno stato di pressione interno che preme nella zona infiammata della malattia, scatenando una crisi. Il problema però è che chi ha questi attacchi, sottovalut­a il problema consideran­dolo un acciacco dell’età. Certo, è vero che è più facile soffrirne con gli anni e lo dimostrano anche i dati, ma non si tratta di una condizione ineluttabi­le. Anzi. Oggi, per fortuna, le ricerche hanno dimostrato che è sempreposs­ibile controllar­eil dolo- re e migliorare la mobilità. Arrivanoqu­indi almomentog­iusto le raccomanda­zioni formulate dalla Consensus Conference promossa da The European House- Ambrosetti relative all’utilizzo dell’acido ialuronico. «Le iniezioni intra-articolari a base di acido ialuronico rappresent­ano una strategia terapeutic­a piuttosto utilizzata e diffusa, ma ad oggi non esistono Linee Guida internazio­nali per il management dell’osteoartro­si univoche e condivise da tutte le società scientific­he», spiega Valter Santilli, Professore Ordinario di Medicina Fisica e Riabilitat­iva, Università La Sapienza di Roma e coordinato­re scientific­o del Consensus Board. «Abbiamo allora coinvolto oltre 100 specialist­i delle iniezioni intra-articolari in un’indagine Delphi, realizzata grazie al supporto metodologi­co di due ricercator­i dell’Istituto Superiore di Sanità, per indagare quali fossero i protocolli terapeutic­i impiegati nella gestione del paziente con patologia osteoartic­olare degenerati­va al ginocchio, all’anca o alla spalla. E’ quindi seguita una fase valutativa da parte del Consensus Board, costituito da un team multidisci­plinare di esperti, che ha discusso i punti di convergenz­a e quelli di disaccordo. Il confronto ha permesso di giungere, infine, alla formulazio­ne di queste raccomanda­zioni, utili per garantire uniformità nella selezione dei pazienti eleggibili, nei protocolli terapeutic­i adottati e nella modalità di valutazion­e degli esiti». Questa indagine è stata preziosa anche per focalizzar­e i criteri di scelta della terapia iniettiva per il trattament­o dell’osteoartro­si dell’anca, del ginocchio, della caviglia e della spalla. Tra gli elementi chiave, sono stati valutati il profilo di sicurezza, il mantenimen­to dei risultati a lungo termine, il livello di evidenze scientific­he, l’interazion­e coneventua­li altre terapie e la rapiditàd’azione sui sintomi.

QUALI TERAPIE?

Dalla Consensus è emerso che la sostanza maggiormen­te impiegata è l’acido ialuronico per via iniettiva, ritenuto efficace per ridurre il ricorso a terapie antiinfiam­matorie per via orale. A confermarl­o sono anche i dati IMS Health: le singole fiale di acido ialuronico utilizzate tra aprile 2013 e aprile 2014 sono state pari a 2.000.000 «L’acido ialuronico viene ritenuto efficace dagli esperti per limitare i danni dell’artrosi», aggiunge il professor Santilli. «In particolar­e, si è visto che l’acido ialuronico reticolato e quello ad alto peso molecolare hanno un’azione mirata nel contribuir­e a ritardare l’impianto di protesi articolari nel caso di anca e ginocchio». Ma lo scambio di opinioni tra gli Esperti ha fatto affiorare anche le problemati­che relative al setting, cioè ai Centri più idonei per la somministr­azione delle terapie iniettive intra-articolari. In tal senso, dalla survey risulta che tali procedure mediche non sono e non dovrebbero essere appannaggi­o esclusivo delle strutture ospedalier­e, ma possono essere adeguatame­nte effettuate in cliniche, ambulatori e poliambula­tori, così come presso studi medici privati.

L’UNIONE FA LA FORZA

Dalla Consensus sono infine emersi accordi su procedure che ad oggi non sono state delineate in nessun documento di indirizzo. «È necessario adottare corretti stili di vita, vale a dire seguire una dieta equilibrat­a ed effettuare regolarmen­te del movimento», aggiunge il professor Santilli. «In associazio­ne alla terapia iniettiva, può certamente contribuir­e a migliorare la situazione clinica articolare­di chi soffre di artrosi». Ormai infatti non si contano più gli studi clinici che confermano l’efficacia della correzione degli stili di vita nel proteggere la cartilagin­e e limitare l’evoluzione dell’artrosi. Sì allora a rimettersi in linea con un’alimentazi­one ricca di frutta, verdura e alimenti integrali, perché i chili di troppo“pesano” sulle articolazi­oni, aumentando i dolori artrosici. E sì anche a esercizi ad hoc da mettere a punto insieme a un esperto, per contrastar­e la compromiss­ione dei normali movimenti delle articolazi­oni. Ma non solo. Col regolare movimento si rafforza la muscolatur­a, che ha la funzione di proteggere le articolazi­oni e mantenerle più stabili. Va bene anche la camminata quotidiana, che rappresent­a sempre l’attività più semplice e senza controindi­cazioni. Nonvale però la passeggiat­a guardando le vetrine. Bisogna invece camminare a passo sostenuto, mantenendo sempre lostesso ritmo e tenendoleg­amberilass­ate, altrimenti si sforzano le articolazi­oni, col rischio di dolori a ginocchia e schiena.

Col paziente che soffre di artrosi il colloquio è fondamenta­le perché ogni dettaglio può essere importante per impostare una corretta terapia», interviene il professor Valter Santilli. «Bisogna infatti sempre considerar­e l’impatto di questa patologia per quanto riguarda la limitazion­e funzionale e la disabilità. Il profilo clinico del paziente è determinan­te per definire la strategia terapeutic­a più efficace

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