La grande «potatura» nel cervello dei ragazzi
I fenomeni principali che si verificano nel sistema nervoso centrale all’uscita dall’infanzia sono lo sfoltimento drastico delle connessioni «inutili» e un riassetto dei sistemi di neurotrasmissione Tutto per dare una spinta ad «affrontare» il mondo (peri
Rischi e opportunità L’organismo «si aspetta» di essere esposto a certi particolari stimoli durante questo periodo di sviluppo
Comportamento In generale si va affermando un’accentuata «predisposizione» dei giovanissimi a fare scelte e a compiere azioni che hanno valore, e comportano vantaggi, soprattutto sul breve periodo
Un essere umano adulto ha nel suo cervello circa 85 miliardi di neuroni, ma all’interno della scatola cranica, in realtà, queste cellule si formano e si disfano continuamente, così come anche le connessioni fra di esse, le cosiddette sinapsi.
Dunque il cervello non è affatto un organo immutevole, fissato una volta per tutte, come si credeva in passato, anzi, la ricerca più recente ha dimostrato che, soprattutto in certi periodi dell’esistenza, è tutto un fare e disfare. Specie durante l’adolescenza, quando avvengono cambiamenti epocali, come il misterioso pruning, la potatura di una gran quantità di sinapsi.
Sembrerebbe un controsenso, perché proprio nel momento in cui la persona esce dall’età infantile e deve affrontare problemi più complessi e avrebbe bisogno del massimo della sua potenza cerebrale, avviene la drastica riduzione delle connessioni nervose.
Ma in realtà è un fenomeno che serve a migliorare l’efficienza, a sfoltire quello che non serve. Così il cervello si prepara a una rivoluzione, cambia gli equilibri che avevano retto per anni e anni.
Il nuovo assetto adolescenziale modifica i rapporti tra i principali sistemi neurali e i loro differenti neurotrasmettitori, le sostanze che in quantità infinitesimali regolano gli scambi fra le sinapsi. «Si ha uno squilibrio nell’integrazione fra i principali sistemi neurali fortemente associati ai comportamenti a rischio» spiega André Luiz Monezi Andrade del Dipartimento di Psicobiologia dell’Università Federale di San Paolo, in Brasile, in uno dei capitoli del libro “Drug Abuse in Adolescence” (Springer, 2015).
Fra questi il sistema dopaminergico, un insieme di circuiti neuronali che utilizzano la dopamina come mediatore chimico, e che è coinvolto nella percezione del piacere e della gratificazione, nelle emozioni (attraverso l’amigdala) e nei processi decisionali (mediante la corteccia prefrontale).
«La maturazione della corteccia prefrontale e delle sue aree mediale e ventrale è ritardata negli adolescenti» specifica Monezi Andrade. «Questo fenomeno influenza il comportamento dei ragazzi, rendendoli più vulnerabili alle scelte che hanno maggior valore nel breve tempo».
Dunque c’è una causa neurobiologica che giustifica l’attrazione degli adolescenti verso la scoperta di emozioni e piaceri immediati.
È, non a caso, il momento in cui si è attratti dalle passioni, dal sesso, dall’alcol e dalle droghe, dalle nuove esperienze.
«La vulnerabilità degli adolescenti alle sostanze psicotrope è supportata non solo dai cambiamenti nella loro struttura cerebrale, ma anche dal mutamento di diversi sistemi di neurotrasmissione, tra i quali spiccano il sistema dopaminergico, quello serotoninergico, noradrenergico e glutammaergico ».
Ad esempio, l’aumento di attività del sistema dopaminergico tende a inibire l’attività della corteccia prefrontale, così che si riducono le capacità critiche di valutazione dei rischi e si è più esposti a comportamenti impulsivi, allo sperimentare droghe.
«Disabilità e mortalità aumentano del 200 per cento in questo periodo» sottolinea Ronald Dahl, psichiatra infantile dell’University of Pitt- sburgh Medical Center, in un articolo pubblicato sulla rivista “Annals of the New York Academy of Sciences”.
«Questo raddoppio nei tassi di disabilità e decessi tra la fase della prima età scolare e la tarda adolescenza non è il risultato di malattie: le principali cause sono correlate proprio a difficoltà nel controllo del comportamento e delle emozioni».
Ma di questa rivoluzione cerebrale l’adolescente ha bisogno, per affrontare i compiti della crescita.
Dopo l’età infantile, caratterizzata dalla protezione familiare, è necessario questo scossone che proviene dall’interno, la chiamata verso il nuovo, il passionale e l’imprudente.
«Apprendiamo nell’adolescenza molti degli schemi di comportamento che adotteremo da adulti e il motivo di ciò può essere proprio il pruning » rinforza David Bainbridge, docente di anatomia clinica veterinaria all’Università di Cambridge e autore di diversi libri divulgativi su temi di neuroscienze, come per esempio “Adolescenti” (Einaudi, 2009).
«Le aree della corteccia cerebrale sottoposte alla potatura più drastica durante l’adolescenza sono quelle che più di tutte associamo al comportamento dei teenager. La corteccia parietale viene sfoltita senza pietà nel secondo decennio di vita, un periodo in cui iniziamo ad attribuire interpretazioni estremamente sottili e complesse alle nostre percezioni».