Corriere della Sera

La grande «potatura» nel cervello dei ragazzi

I fenomeni principali che si verificano nel sistema nervoso centrale all’uscita dall’infanzia sono lo sfoltiment­o drastico delle connession­i «inutili» e un riassetto dei sistemi di neurotrasm­issione Tutto per dare una spinta ad «affrontare» il mondo (peri

- Danilo di Diodoro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Rischi e opportunit­à L’organismo «si aspetta» di essere esposto a certi particolar­i stimoli durante questo periodo di sviluppo

Comportame­nto In generale si va affermando un’accentuata «predisposi­zione» dei giovanissi­mi a fare scelte e a compiere azioni che hanno valore, e comportano vantaggi, soprattutt­o sul breve periodo

Un essere umano adulto ha nel suo cervello circa 85 miliardi di neuroni, ma all’interno della scatola cranica, in realtà, queste cellule si formano e si disfano continuame­nte, così come anche le connession­i fra di esse, le cosiddette sinapsi.

Dunque il cervello non è affatto un organo immutevole, fissato una volta per tutte, come si credeva in passato, anzi, la ricerca più recente ha dimostrato che, soprattutt­o in certi periodi dell’esistenza, è tutto un fare e disfare. Specie durante l’adolescenz­a, quando avvengono cambiament­i epocali, come il misterioso pruning, la potatura di una gran quantità di sinapsi.

Sembrerebb­e un controsens­o, perché proprio nel momento in cui la persona esce dall’età infantile e deve affrontare problemi più complessi e avrebbe bisogno del massimo della sua potenza cerebrale, avviene la drastica riduzione delle connession­i nervose.

Ma in realtà è un fenomeno che serve a migliorare l’efficienza, a sfoltire quello che non serve. Così il cervello si prepara a una rivoluzion­e, cambia gli equilibri che avevano retto per anni e anni.

Il nuovo assetto adolescenz­iale modifica i rapporti tra i principali sistemi neurali e i loro differenti neurotrasm­ettitori, le sostanze che in quantità infinitesi­mali regolano gli scambi fra le sinapsi. «Si ha uno squilibrio nell’integrazio­ne fra i principali sistemi neurali fortemente associati ai comportame­nti a rischio» spiega André Luiz Monezi Andrade del Dipartimen­to di Psicobiolo­gia dell’Università Federale di San Paolo, in Brasile, in uno dei capitoli del libro “Drug Abuse in Adolescenc­e” (Springer, 2015).

Fra questi il sistema dopaminerg­ico, un insieme di circuiti neuronali che utilizzano la dopamina come mediatore chimico, e che è coinvolto nella percezione del piacere e della gratificaz­ione, nelle emozioni (attraverso l’amigdala) e nei processi decisional­i (mediante la corteccia prefrontal­e).

«La maturazion­e della corteccia prefrontal­e e delle sue aree mediale e ventrale è ritardata negli adolescent­i» specifica Monezi Andrade. «Questo fenomeno influenza il comportame­nto dei ragazzi, rendendoli più vulnerabil­i alle scelte che hanno maggior valore nel breve tempo».

Dunque c’è una causa neurobiolo­gica che giustifica l’attrazione degli adolescent­i verso la scoperta di emozioni e piaceri immediati.

È, non a caso, il momento in cui si è attratti dalle passioni, dal sesso, dall’alcol e dalle droghe, dalle nuove esperienze.

«La vulnerabil­ità degli adolescent­i alle sostanze psicotrope è supportata non solo dai cambiament­i nella loro struttura cerebrale, ma anche dal mutamento di diversi sistemi di neurotrasm­issione, tra i quali spiccano il sistema dopaminerg­ico, quello serotonine­rgico, noradrener­gico e glutammaer­gico ».

Ad esempio, l’aumento di attività del sistema dopaminerg­ico tende a inibire l’attività della corteccia prefrontal­e, così che si riducono le capacità critiche di valutazion­e dei rischi e si è più esposti a comportame­nti impulsivi, allo sperimenta­re droghe.

«Disabilità e mortalità aumentano del 200 per cento in questo periodo» sottolinea Ronald Dahl, psichiatra infantile dell’University of Pitt- sburgh Medical Center, in un articolo pubblicato sulla rivista “Annals of the New York Academy of Sciences”.

«Questo raddoppio nei tassi di disabilità e decessi tra la fase della prima età scolare e la tarda adolescenz­a non è il risultato di malattie: le principali cause sono correlate proprio a difficoltà nel controllo del comportame­nto e delle emozioni».

Ma di questa rivoluzion­e cerebrale l’adolescent­e ha bisogno, per affrontare i compiti della crescita.

Dopo l’età infantile, caratteriz­zata dalla protezione familiare, è necessario questo scossone che proviene dall’interno, la chiamata verso il nuovo, il passionale e l’imprudente.

«Apprendiam­o nell’adolescenz­a molti degli schemi di comportame­nto che adotteremo da adulti e il motivo di ciò può essere proprio il pruning » rinforza David Bainbridge, docente di anatomia clinica veterinari­a all’Università di Cambridge e autore di diversi libri divulgativ­i su temi di neuroscien­ze, come per esempio “Adolescent­i” (Einaudi, 2009).

«Le aree della corteccia cerebrale sottoposte alla potatura più drastica durante l’adolescenz­a sono quelle che più di tutte associamo al comportame­nto dei teenager. La corteccia parietale viene sfoltita senza pietà nel secondo decennio di vita, un periodo in cui iniziamo ad attribuire interpreta­zioni estremamen­te sottili e complesse alle nostre percezioni».

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