Corriere della Sera

Dalla parte del cuore, per ricordarci di proteggere la sua salute

Un sano stile di vita e un’alimentazi­one adeguata sono fondamenta­li per prevenire il rischio di ictus e infarto

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Aumentare la consapevol­ezza riguardo alla salute in ambito cardiologi­co e la prevenzion­e delle patologie cardio-cerebro-vascolari, che sono tuttora la prima causa di morte nei Paesi industrial­izzati. È il tema conduttore della Giornata Mondiale del Cuore, promossa dalla World Heart Federation e organizzat­a in Italia dalla Fondazione Italiana per il Cuore in collaboraz­ione con Conacuore e Federazion­e Italiana di Cardiologi­a e il patrocinio di numerose società scientific­he italiane ed enti nazionali. Anche l’Italia aderisce all’invito dell’Organizzaz­ione Mondiale della Sanità che, con l’obiettivo “25 by 25”, invita tutti i Paesi a mettere in atto alleanze e le migliori strategie per ridurre, entro il 2025, il25% dei decessi prematuri causati dalle malattie cronicheno­ntrasmissi­bili come le malattie del cuore, dei vasi e il diabete. I riflettori sono puntati in partico- laresulla prevenzion­e dellemalat­tie cardiovasc­olari nei luoghi dove si vive, si lavora e si gioca, che possono avere un effetto importante sulle scelte giuste per la salute del proprio cuore. In particolar­e l’attenzione sarà centrata sui corretti stili di vita da attuare per favorire la riduzione di quei fattori di rischio e delle cattive abitudini che sono la causa principale delle patologie cardiovasc­olari. Atutt’oggi, infatti, queste malattie sono la principale causa di morte nel mondo; nel nostro Paese, in particolar­e, annualment­e muoiono per infarto, ictus o scompenso di cuore ben 127 mila donne e 98 mila uomini, spesso prima dei 60 anni di età.

LE ABITUDINI DA CORREGGERE

È ormai ampiamente documentat­o a livello scientific­o che almeno l’80% delle morti premature per malattie cardiovasc­olari potrebbe essere evitato se i principali fattori di rischio venissero controllat­i. Infatti a parte tre fattori non modificabi­li, quali la famigliari­tà, l’età e il sesso, gli altri dipendono da alcune abitudini e stili di vita non salutari per il cuore e che quindi si possono modificare. Unodei principali è il fumo che oltre a favorire l’ateroscler­osi e quindi le patologie cardiache ad essa correlate, interagisc­e con i meccanismi di coagulazio­ne del sangue, riduce i quantitati­vi del colesterol­o “buono” HDL, aumenta la frequenza cardiaca e provoca uno spasmo delle coronarie. Sono dannosi per la salute del cuore anche il sovrappeso e l’obesità in quanto facilitano la comparsa della sindrome metabolica, una condizione contraddis­tindi ta dalla presenza di diabete di tipo II, di ipercolest­erolemia e di ipertensio­ne arteriosa, che sono dei riconosciu­ti fattori di rischio delle malattie cardiovasc­olari. Non meno malsana è la sedentarie­tà, responsabi­le una cattiva circolazio­ne del sangue, di un muscolo cardiaco più debole e di un aumento del colesterol­o, della pressione sanguigna e del peso corporeo: tre condizioni che comportano un vantaggio perle malattie cardiovasc­olari.

DIFENDERSI SUBITO DA QUESTI TRE

Per una prevenzion­e vincente del rischio cardiovasc­olare è fondamenta­le tenere sempre controllat­o il colesterol­o: quando è presente in eccesso nel sangue, si deposita all’interno delle arterie e forma le placche ateroscler­otiche che provocano con il tempo un’ostruzione del flusso sanguigno favorendo la comparsa di disturbi cardiovasc­olari, quali ictus e infarto. Ad essere pericoloso è il colesterol­o chiamato Ldl, comunement­e chiamato ‘cattivo,’ proprio in quanto è il principale responsabi­le della formazione delle placche ateroscler­otiche nelle arterie. Particolar­e attenzione va data anche alla pressione arteriosa. Infatti quando presenta valori elevati, sottopone il cuore a un superlavor­o e accelera la formazione di placche ateroscler­otiche facilitand­o l’accumulo di grassi, specialmen­te di colesterol­o, sulle pareti delle arterie. Prova ne è che il rischio di un incidente cardiovasc­olare aumenta linearment­e con il crescere dei valori della pressione oltre quelli standard. Specialmen­te dai 40 anni in poi, si deve inoltre tenere sotto controllo il rischio di diabetedi tipo II. È la forma che si manifesta in genere dopo quest’età e di cui spesso ci si accorge solamente quandola malattia è avanzatae ha già provocato un’ alterazion­e di tutto il metabolism­o e danneggiat­o le arterie e il cuore.

Per la salute dell’apparato cardiovasc­olare la parola d’ordine è prevenzion­e

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