«Nuovo centro e patto con il leader pd». Il rilancio di Cicchitto
Il progetto dell’esponente centrista: «Il capo del governo è riuscito dove non riuscirono Craxi e Berlusconi»
ROMA Primo, sciogliere Ncd e farlo subito, «perché adesso è l’ora di costruire un nuovo centro». Secondo, aprire il cantiere a Denis Verdini e a quel che resta di Scelta civica, perché «in tempi ragionevoli ma rapidi vanno superate tutte le sigle esistenti». Terzo, presentarsi alle elezioni in alleanza col Pd (nel caso in cui l’Italicum torni al premio di coalizione) oppure da soli (nel caso in cui rimanga com’è), puntando al 3%. E soprattutto farlo, quarto, sempre e comunque a sostegno di quel Matteo Renzi che è «riuscito dove Craxi e Berlusconi non riuscirono», e cioè a «uccidere i comunisti».
In una lunga intervista rilasciata al sito d’informazione online Huffington Post, Fabrizio Cicchitto traccia il percorso che porta verso un «grande centro» tutto quel gruppo dirigente alfaniano che sopravviverà alla diaspora del Nuovo centrodestra. L’unica rotta possibile, secondo l’ex presidente dei deputati di Forza Italia, per tutti quelli che non se ne torneranno da Berlusconi e non si accaseranno nel Pd.
Perché senza uno scatto di reni come quello suggerito da Cicchitto, infatti, la «creatura» di Alfano rischia di svuotarsi presto. A cominciare dai gruppi parlamentari. Nunzia De Girolamo ha già fatto le valigie ed è tornata in Forza Italia. Gaetano Quagliariello è praticamente sull’uscio. Roberto Formigoni, Maurizio Lupi e Carlo Giovanardi sono in attesa. Senza dimenticare «l’ala rosa» del partito, rappresentata da quelle
La strategia Da qualche settimana l’esponente ncd avrebbe ripristinato il dialogo con il nemico-amico Verdini
esponenti alfaniane — da Beatrice Lorenzin a Dorina Bianchi, passando per Federica Chiavaroli, Laura Bianconi e Rosanna Scopelliti — che potrebbero prima o poi accasarsi nelle liste del Pd.
In mezzo ci sono quelli che dovrebbero accelerare la costruzione di un nuovo centro, Alfano e Schifani compresi. Sembra infatti destinata soprattutto a loro la proposta di Cicchitto, che da qualche settimana avrebbe ripristinato un canale sotterraneo di dialogo con il vecchio nemico-amico Denis Verdini. In gioco, infatti, c’è il futuro di un pezzo di ceto politico che oggi è aritmeticamente decisivo per la sopravvivenza del governo Renzi ma che domani faticherebbe a trovare casa dentro la coalizione trainata dal presidente del Consiglio.
L’operazione «Moderati per Renzi», a cui Cicchitto iscriverebbe immediatamente anche il Nuovo centrodestra, non a caso è il principale pensiero di Verdini. Perché ci si possa arrivare tutti assieme è necessario però superare le attuali divisioni. E lo scioglimento di Ncd, che Cicchitto ha chiesto ieri ad Alfano, è il primo tassello di questo grande puzzle.