Corriere della Sera

Pubblicità e canone Rai INTERVENTI E REPLICHE

-

Sul Corriere del 19 ottobre Pierluigi Battista torna sulla eterna questione del canone Rai tassa ingiusta, concludend­o che sarebbe meglio privatizza­re tutta la Rai-tv lasciando un solo canale di servizio pubblico senza pubblicità. È un’opinione già messa in campo, che va rispettata e discussa. Vorrei solo precisare: 1) in tutti i Paesi europei si paga un canone (in qualche caso, non più da noi, anche radiofonic­o) e lo si paga assai più salato: dai 150 euro dell’Irlanda in su, fino ai 300 e più dei Paesi nordici, passando per i 183 del Regno Unito e i 210 della Germania; 2) laddove la tv di Stato non viene in buona parte finanziata dall’utente, interviene lo Stato «a piè di lista», oppure si versa una sorta di 8 per mille (Olanda); 3) la Bbc vive di canone, ma ha pure un canale a pagamento, Channel 4, che le rende piuttosto bene; 4) per gli spot la Rai ha «tetti» di legge (Gasparri) molto bassi, tant’è che, col 40% di share rispetto al 35% di Mediaset, registra entrate pubblicita­rie

per 700 milioni scarsi contro una cifra più che tripla di Mediaset; 5) il canone — pur risultando il più basso e il più evaso d’Europa — rappresent­a dunque oltre il 60% delle entrate Rai. Metterlo a 100 euro nella bolletta elettrica lo fa diventare una «cosa ingiusta», come dice Battista. Ma pure lasciarlo agonizzare a 113-114 euro col 33% di evasione (91%, a Casal di Principe) non è una soluzione. Ancor meno lo è mantenere la Rai, con la legge partorita di recente, nelle mani clientelar­i dei partiti e della presidenza del Consiglio la quale nomina il presidente, un consiglier­e e il super amministra­tore unico. Lo fece solo Mussolini nel 1927 nominando vicepresid­ente esecutivo del neonato Eiar addirittur­a il fratello Arnaldo. Aspettiamo una fondazione modello Bbc. Fino al Diluvio?

Vittorio Emiliani, già consiglier­e di amministra­zione Rai

Riforme: le parole del presidente Prodi

In relazione alla lettera «Un Documento. L’Ulivo 20 anni dopo» sulla riforma del Senato ( Corriere, 19 ottobre), vorremmo affrontare due aspetti che questa corrispond­enza ci offre l’occasione di chiarire. Innanzi tutto il presidente Romano Prodi

non può a nessun titolo essere annoverato tra gli oppositori della riforma, non essendo parlamenta­re e non essendo da tempo protagonis­ta attivo della vita politica. Inoltre non risulta che abbia mai criticato la necessità di riformare il sistema bicamerale perfetto. Le parole del presidente a cui si fa riferiment­o erano volte a richiamare la necessità, quando si mette mano a riforme costituzio­nali importanti, di procedere mantenendo fermo un confronto il più ampio possibile tale da garantire un risultato finale armonico e rispettoso dell’intero impianto istituzion­ale e dello spirito della Costituzio­ne. Insomma, un richiamo al metodo e nessun giudizio nel merito.

Ufficio Stampa presidente Romano Prodi

ll tetto sull’uso del contante secondo il ministro Padoan

Nell’articolo sul caso del contante ( Corriere, 18 ottobre), ho scritto che secondo il ministro Padoan ora il tetto sull’uso del contante si può abbassare. Come si evince dal resto dell’articolo, volevo dire «alzare». Mi scuso con l’interessat­o e con i lettori.

Enrico Marro

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy