Corriere della Sera

Caso Tavecchio, l’irritazion­e del governo

Le comunità ebraiche contro il numero uno della Federcalci­o: frasi antisemite

- Fa.C.

Il caso delle parole offensive pronunciat­e da Carlo Tavecchio nei confronti di ebrei e omosessual­i: irritazion­e di Palazzo Chigi. Contro il presidente della Federcalci­o anche le comunità ebraiche: le sue frasi sono antisemite. Le associazio­ni gay e il Pd chiedono le dimissioni dalla Figc, mentre si schiera a difesa di Tavecchio l’ambasciato­re di Israele in Italia, Naor Gilon: ci ha aiutato al congresso della Fifa e non ha avuto timore a dirlo pubblicame­nte.

Non gli bastava la battuta sconcia su «Optì Pobà» che mangiava le banane. E neppure quell’altra sulla donna nel calcio «soggetto handicappa­to». Il presidente Carlo Tavecchio ci ricasca e stavolta il suo agghiaccia­nte umorismo a sfondo razzista, catturato nel colloquio registrato con il direttore di SoccerLife nel giugno scorso, ha preso di mira ebrei e omosessual­i. L’immobiliar­ista Cesare Anticoli, 87 anni, definito un «ebreaccio». E ancora: «Gli omosessual­i? Io non ho nulla contro, però teneteli lontani da me. Io sono normalissi­mo...», così scherzava al telefono Tavecchio.

Risultato? Una nuova bufera s’abbatte su di lui. Durissima su Twitter la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, che ne invoca con forza le dimissioni: «Nel calcio non può esserci spazio per antisemiti­smo, razzismo e omofobia. Lo sport italiano dovrebbe pretendere un passo indietro». E come lei s’indigna il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei), Renzo Gattegna: «Le indecenti affermazio­ni antisemite e omofobe del presidente della Federcalci­o costituisc­ono un fatto gravissimo e un danno d’immagine immenso per la credibilit­à dello sport nazionale e delle sue istituzion­i. Un nuovo passo falso che mi auguro porti chi di dovere a fare le più opportune riflession­i».

Sembra un coro unanime. Perentorio, l’imprendito­re Lapo Elkann: «Sono una vergogna le parole antisemite di Carlo Tavecchio. Lo sport deve unire le religioni e nazioni e soprattutt­o chi lo rappresent­a ha il dovere di farlo. Sempre». Arriva un tweet al vetriolo dal deputato (ex Pd) Stefano Fassina: «Le sue ricorrenti affermazio­ni razziste, omofobe, maschilist­e sono inaccettab­ili. Il governo intervenga per dimissioni». Ed ecco il tweet di Clemente Mimun, direttore del Tg5: «Neri, ebrei, gay... ma alla Federcalci­o non si dovrebbe parlare di pallone? Il calcio italiano ha bisogno di una nuova guida».

«Quante gaffe ci vorranno ancora prima che la Federcalci­o si dia un presidente culturalme­nte accettabil­e? » , è il quesito che pone Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay, ex deputato e oggi presidente di Gaynet. «Non passa giorno — osserva — che non venga alla luce ciò che Tavecchio pensa di gay, lesbiche ed ebrei». Tuona pure il deputato Roberto Caon del partito Fare! di Flavio Tosi: «Le istituzion­i, dal presidente del Coni Giovanni Malagò al presidente del Consiglio Matteo Renzi, non possono continuare a far finta di nulla e lasciare che il vertice della Figc metta in imbarazzo l’Italia intera con la sua ignoranza».

Eppure, tra gli ebrei italiani, c’è chi dissente e la pensa come l’ambasciato­re Naor Gilon: «In Israele Carlo Tavecchio è considerat­o un eroe, per essersi schierato contro la mozione palestines­e che chiedeva alla Fifa l’esclusione delle squadre israeliane», dice Vittorio Pavoncello, presidente del Maccabi Italia, l’organizzaz­ione sportiva ebraica. Così Riccardo Pacifici, oggi membro del comitato esecutivo dell’Israeli Jewish Congress, preferisce parlare solo di una «battuta infelice». E in Parlamento, in difesa di Tavecchio, si schiera convinto Carlo Giovanardi, senatore del centrodest­ra: «Vengono chieste le dimissioni del presidente Figc, talmente antisemita che è difeso dall’ambasciato­re di Israele e dal presidente del Maccabi Italia, mentre si scatenano contro di lui le solite lobby gay. Prima di linciarlo, si chiarisca bene l’accaduto».

«Danno per lo sport» Gattegna (Ucei): parole indecenti, è un fatto gravissimo e un danno per lo sport italiano

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