Segnali e bordate per far fallire i negoziati
La smentita è stata immediata: nessuna nave italiana ha violato le acque territoriali libiche. E che il governo l’abbia affidata al ministero della Difesa, sottolinea la volontà di non dare alla vicenda alcuna dimensione politica. «Notizia tecnicamente falsa — spiegano fonti militari — la più vicina unità italiana era a non meno di 60 km dal limite marino libico. Che poi fossero addirittura tre le navi che hanno commesso la violazione, suona solo grottesco». Resta tuttavia la preoccupazione per quello che si profila come l’ennesimo tentativo di «inquinare e destabilizzare il processo negoziale in corso», proprio alla vigilia di appuntamenti cruciali. «È la seconda volta in poche settimane — spiegano fonti diplomatiche — che vengono diffuse false notizie riguardanti l’Italia, cioè uno dei Paesi che più stanno lavorando al successo della mediazione di Bernardino Leon. Ci avevano già provato da Tripoli a fine settembre, con la bufala dello scafista che sarebbe stato ucciso da un commando armato italiano. Ora da Tobruk hanno tirato fuori la storia delle navi». Proprio oggi il governo di Tobruk dovrebbe votare la proposta finale dell’inviato speciale Onu, per la costituzione di un esecutivo di unità nazionale, insieme a Tripoli, Misurata e le altre fazioni. «È chiaro che la diffusione di notizie simili non dia serenità alla discussione, già difficile per sé». Anche la notizia della nuova devastazione del cimitero cattolico italiano di Tripoli si inserisce nella stessa strategia: «Sono episodi che mirano a creare tensione e avvelenare il clima», dicono le fonti. La Farnesina ha deplorato «l’ennesima barbara profanazione del cimitero italiano Hammangi» proprio nella ricorrenza dei defunti e l’ha definita «un gesto vile, di profonda inciviltà e intolleranza».