Tensioni sul sì di Berlusconi a Marchini Un pezzo di FI spinge per Meloni
La scelta a Roma. E su di sé il leader dice: visto come un politico, un altro a Palazzo Chigi
leader di un partito (Fratelli d’Italia, ndr) con cui siamo alleati ovunque, preferendogli un’alleanza solo romana » . Stessa impostazione di Maurizio Gasparri, che neanche un mese fa ha finito per battibeccare su Twitter proprio con Marchini («Vai Alfio, tutto ok, per fare l’anti-Renzi mancano solo una ventina di milioni di voti»).
Ma dentro Forza Italia non c’è soltanto Berlusconi a sostenere l’opzione di Marchini come candidato sindaco di Roma. Antonio Tajani, che per formazione ha il cuore più al centro che a destra, è un gran sostenitore dell’accordo con la lista del «grande cuore». Così come Mariarosaria Rossi, l’amministratore unico del partito che raramente prende posizioni politiche, e che invece stavolta Sul «Corriere» L’intervista all’imprenditore Alfio Marchini pubblicata ieri sul avrebbe esternato (anche a Berlusconi) il suo gradimento per la strada che porta alla grande alleanza civica sotto le insegne marchiniane.
Difficile che Berlusconi, che si chiama fuori dalla corsa per Palazzo Chigi («Io sono visto come un politico, serve un altro nome»), possa tornare sui propri passi rimangiandosi l’appoggio a Marchini. Ma il puzzle è troppo complicato perché i suoi tasselli vadano a posto nel giro di pochi giorni. Anche perché c’è ancora da chiudere l’accordo con la Lega, che ufficialmente — stando a quello che ha detto recentemente Matteo Salvini — insiste per sostenere la Meloni. Senza dimenticare che, a incrementare la distanza tra FI e il Carroccio, c’è l’idea di dare ai rom «case come quelle dell’Aquila», che Berlusconi ha affidato al libro di Bruno Vespa («Donne d’Italia»). Idea di cui il segretario federale della Lega non vuol neanche sentir parlare.
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