Corriere della Sera

Milano, Scaroni non vuole correre Ed è pronto ad appoggiare Sala

Le voci di una «chiamata» di Forza Italia, ma l’ex ad di Eni si tira fuori

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Situazione complicata per il centrodest­ra. Dopo il no di Paolo Del Debbio, e i ripetuti niet leghisti ai nomi di Maurizio Lupi e Corrado Passera, era stato proprio Silvio Berlusconi a lanciare l’idea di un manager da schierare nella corsa per Milano, in un possibile derby con un altro dirigente pubblico come Giuseppe Sala. Evaporate nel frattempo tutte le altre possibili candidatur­e, il Cavaliere negli ultimi giorni aveva iniziato a ragionare seriamente sull’ex ad di Enel ed Eni. «Milano e Roma — aveva detto il leader di Forza Italia — devono essere amministra­te come grandi aziende con squadre di manager». Il leader della Lega non si era sbilanciat­o più di tanto ma non ha chiuso nemmeno la porta all’idea di Paolo Scaroni: «Lo conosco come uomo d’impresa brillantis­simo, ma non personalme­nte — ha detto Salvini —. Lo incontrerò volentieri e ne parlerò con gli eventuali alleati. Certo non sosterrò mai il Passera di turno o chi appoggia il governo Renzi. Sono però abituato a parlare quando ho una conoscenza diretta delle persone». «Per esempio — aveva detto il segretario leghista —, anche Pisapia era un valente avvocato, ma fare il sindaco non è proprio il suo mestiere».

Le inchieste giudiziari­e (Scaroni è stato appena prosciolto per presunte tangenti Eni in Algeria, nel 1996 ha patteggiat­o un anno e 4 mesi per presunte tangenti versate al Psi da Techint di cui era allora amministra­tore delegato ,ndr) potrebbero costituire un handicap in fatto di popolarità e consenso? «In Italia l’aver subito indagini, soprattutt­o se si è ai vertici di un’impresa pubblica, non è certo indice di colpevolez­za. Penso a Orsi e penso a Finmeccani­ca», la conclusion­e di Salvini. Una cauta apertura, insomma.

Che però sembra aver trovato una serratura difficilme­nte scardinabi­le. Così come è successo con Del Debbio, così come succede puntualmen­te a ogni elezione milanese con il presidente di Confcommer­cio, Carlo Sangalli che ha liquidato la sua possibile candidatur­a a sindaco di Milano come «periodo ipotetico del terzo tipo», ossia dell’irrealtà. Ora si riparte da zero.

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