Corriere della Sera

«Il jet russo si è spezzato in volo» Putin invia una squadra nel Sinai

La vedova del pilota: mio marito diceva che l’aereo era in pessime condizioni

- Francesco Battistini

S’è spezzato in due mentre volava. Per un’esplosione, forse. O perché stava insieme con lo sputo. Più la ricerca dei resti del volo 9268 s’allarga a un’area di 20 chilometri quadrati — il corpo d’una bambina è stato trovato a otto di distanza — più ristrette si fanno le ipotesi. Escluso l’errore umano del pilota: il comandante Nemov era molto esperto. Meno credibile un razzo da terra: nessun jihadista del Sinai ne possiede di paragonabi­li a quello che abbatté il jet malese in Ucraina. Resta la depressuri­zzazione per un guasto tecnico, più probabile per gli egiziani. Oppure la bomba a bordo e il sabotaggio, se si crede alla rivendicaz­ione dell’Isis: anche Emirates ha cancellato il Sinai dalle sue rotte. «L’area dei rottami è così vasta — dice Alexander Neradko, dell’agenzia aeronautic­a russa — da far pensare che l’Airbus si sia rotto in due ad alta quota». «Questo suggerisce non un collasso meccanico — commenta Michael Clarke, esperto di sicurezza intervista­to dalla Bbc — ma un’esplosione a bordo».

Ci vorranno mesi, a capire. Il presidente egiziano Al Sisi lascia che all’indagine egiziana s’affianchi un team inglese (che ha l’esperienza della lunga inchiesta sull’esplosione di Lockerbie) e accoglie pure tedeschi e francesi, perché «si richiedono tecnologie avanzate». Si scaricano le voci di bordo e i dati delle due scatole nere. La stampata del radar cipriota di Larnaca, che ha seguito la rotta minuto per minuto, mostra un’improvvisa perdita di quota. Verticale. Difficile attribuirl­a a un inconvenie­nte tecnico, anche se le testimonia­nze si contraddic­ono: un funzionari­o egiziano, che aveva ispezionat­o l’aereo Metrojet sulla pista di Sharm el-Sheikh, sostiene d’averlo trovato «in buone condizioni»; la vedova del copilota Sergei Trukachec, Nataly, racconta in lacrime che il marito poco prima del decollo s’è lamentato al telefono perché «le condizioni tecniche dell’A-321 lasciavano molto a desiderare». Nel 2001, quando portava i colori della Mea libanese, l’Airbus aveva subìto un danno pesante alla coda mentre atterrava al Cairo: proprio quella coda che s’è staccata, tutt’intera, al momento del disastro.

Ogni indizio serve a capire. All’obitorio cairota di Zeinhom arrivano da San Pietroburg­o, la città della maggior parte dei turisti morti, dov’è stato proclamato un lutto di tre giorni, i campioni di Dna per le identifica­zioni dei 163 corpi trovati finora: chi fa le autopsie, cerca anche tracce d’esplosivo. Mancano ancora 61 cadaveri. Putin ha mandato nel deserto una squadra di cento uomini. Ma non è semplice setacciare da soli la Wilaya Sinai, la provincia del Califfato islamico. E i russi girano con la scorta armata.

 ?? (Khaled Elfiqi/Epa) ?? Resti Tecnici egiziani ispezionan­o i resti dell’aereo Airbus 321 caduto nella penisola del Sinai. Ieri una squadra di esperti russi partiti da Mosca hanno raggiunto la zona del disastro per cominciare un’inchiesta ordinata dal presidente Vladimir Putin
(Khaled Elfiqi/Epa) Resti Tecnici egiziani ispezionan­o i resti dell’aereo Airbus 321 caduto nella penisola del Sinai. Ieri una squadra di esperti russi partiti da Mosca hanno raggiunto la zona del disastro per cominciare un’inchiesta ordinata dal presidente Vladimir Putin

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