Addio a Schabowski, voce che sussurrò: «Il Muro è aperto»
Günter Schabowski, morto ieri all’età di 86 anni, non ha cambiato il corso della Storia. Si può però dire che l’ex portavoce del governo della Germania Est determinò, quella sera del 9 novembre 1989, il modo straordinario in cui essa compì una delle sue non frequenti svolte epocali. Senza volerlo, fu il regista di uno di quei momenti che a chi li ha vissuti, direttamente o per televisione, fa dire «mi ricordo dov’ero, cosa stavo facendo, rimasi senza fiato». Chi è più vecchio ricorda l’assassinio di Jack Kennedy nel 1963, chi è più giovane le torri gemelle di New York nel 2001: l’ex funzionario della Ddr ci regalò lo spettacolo del crollo festoso del Muro di Berlino.
Il pomeriggio di quel 9 novembre, nella parte Est della città, Schabowski stava rispondendo a domande dei giornalisti sui permessi di viaggio fuori dalla Repubblica democratica tedesca. Da mesi, la Cortina di Ferro tra Europa orientale e occidentale si stava sgretolando e dai Paesi del blocco comunista i cittadini fuggivano a migliaia. Fermarli era diventato impossibile. A una domanda di un giornalista dell’agenzia italiana Ansa, Riccardo Ehrmann, Schabowski rispose che sì, in effetti il Politburo del partito aveva deciso che i tedeschi dell’Est avrebbero potuto lasciare il Paese passando da tutti i posti di frontiera. Alla domanda successiva, «Da quando?», il funzionario guardò un po’ gli appunti e rispose: «Stando alle mie informazioni, da subito, immediatamente».
Nelle intenzioni del partito al governo, la notizia avrebbe dovuto essere stata data la mattina dopo e l’apertura dei varchi avvenire in modo ordinato, senza scene di fuga ed evitando la festa. Ma la notizia si diffuse subito. Non solo in Occidente, soprattutto tra i berlinesi. I primi a provare a passare a Ovest trovarono qualche incertezza e opposizione alle guardie di frontiera. Poi, le persone iniziarono ad arrivare a migliaia, i posti di blocco furono aperti.
Berlino, divisa in due dall’agosto 1961, tornava una; il regime di Erich Honecker finiva di fatto quella notte e con esso il blocco comunista; il Muro e i 1.400 chilometri di confine intratedesco in filo spinato e nidi di mitragliatrice venivano fatti anche fisicamente a pezzi. La Germania sarebbe tornata una.
Otto anni dopo, Schabowski fu incarcerato per avere tollerato le uccisioni di chi, negli anni in cui fu membro del Politburo del Partito comunista, cercava di fuggire dalla Ddr. Nel 2000 fu perdonato e scarcerato. Dopo la caduta del Muro, scrisse e dette interviste: sostenne che nessuno, non una singola persona, avrebbe mai dovuto pagare per il desiderio di lasciare la Germania Est.