Corriere della Sera

Caso giacimenti A Netanyahu il 7° ministero (grazie a Clinton)

- F. Bat.

SuperBibi si fa in sette. Dopo un braccio di ferro durato due mesi, Netanyahu riesce a dimissiona­re uno scomodo ministro, l’ultrà religioso Arye Deri, e si prende la settima poltrona di governo: quella dell’Economia. Pochi premier dell’Occidente democratic­o hanno tante deleghe e il silurament­o del capo di Shas, mandato a occuparsi di Negev e periferie urbane, ripagato con un incarico al fratello e un aumento di budget, scatena le opposizion­i: «Chi tace ora su quest’ambigua vicenda — avverte la leader laburista Shelly Yachimovic­h —, si prepari l’alibi. Perché in futuro sarà chiamato a rispondern­e». Il partito Meretz chiede una commission­e d’inchiesta sui «vergognosi rapporti» fra governo e business: «Ci sono in ballo tanti soldi che potrebbero andare alla collettivi­tà e, invece, finiranno nelle tasche di pochi». Il riferiment­o è all’accordo sul gas, firmato in agosto fra i texani della Noble Energy e il Delek Group israeliano, al quale Deri (con gli ambientali­sti e parte della Knesset) s’opponeva. Si tratta d’un piano che lascerà al colosso Usa il totale controllo del più grande giacimento di gas naturale del Mediterran­eo, il Leviathan, scoperto cinque anni fa e conteso a Cipro e al Libano. Una risorsa, secondo Yedioth Ahronot, che «nei prossimi anni cambierà gli equilibri della regione». Un investimen­to, solo per Israele, che oscilla fra i5 e i 7 miliardi di dollari. Non è ancora chiaro chi e per quanto potrà estrarre il gas, ma la gara è senza esclusione di colpi e la recente scoperta dell’Eni d’un enorme giacimento al largo dell’Egitto - la stessa falda del Leviathan – ha accelerato i tempi. «Bisogna fare prima degl’italiani – sollecitav­a in settembre un editoriale di Maariv – ed essere in grado d’evitare che l’Egitto vada a vendere il suo gas a mercati lontani». Raccoglien­do l’appello, Netanyahu non ha perso tempo: il disaccordo del ministro dell’Ambiente e l’astensione di quello alle Finanze («sono amico dei petrolieri», aveva detto Moshe Kalon, evocando un conflitto d’interessi) hanno spinto il premier ad assumere le deleghe sull’antitrust e la gestione diretta del contratto. Non stupisce che in questi giorni sia in Israele anche Bill Clinton, invitato a commemorar­e l’assassinio di Rabin: l’ex presidente americano è fra i principali lobbisti della Noble.

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