Il profilo
uel giorno Alda entra in manicomio e inizia il suo calvario tra elettroshock, letti di contenzione e bagni nell’acqua gelata. Diventa La pazza della porta accanto: è questo il titolo che Claudio Fava dà al suo testo sulla poetessa scomparsa nel 2009. Lo spettacolo, prodotto dagli Stabili di Catania e dell’Umbria, con Anna Foglietta nei difficili panni della protagonista con la regia di Alessandro Gassmann debutta il 17 novembre al Teatro Valli di Reggio Emilia. «È il suo ingresso in un mondo parallelo che ignoriamo, anche se oggi i manicomi non esistono più — dice l’autore — e la sua è una caduta verticale in questo abisso. Ma è anche il momento in cui esplode la sua poesia, forse perché la Merini, “poetessa dei Navigli”, in quel mondo di orrori trova il punto di contatto tra poesia e follia».
Schizofrenia, disturbo bipolare è la diagnosi. All’epoca la Merini ha già due figlie: «È il marito a farla internare — interviene Foglietta —. Dice: è pazza, portatela via. Alda viene allontanata dalla sua casa, dai suoi affetti e scaraventata in un pozzo. Ma è una donna forte e riesce persino a godere appieno quello status di matta in manicomio. Arriva a dire “indosserò questi muri come fossero un vestito di festa”. Diventa la poetessa degli ultimi, degli umili, dei disadattati, dà loro voce attraverso le sue liriche». Il testo racconta il rapporto della protagonista con le sue compagne di pazzia, con i
Alda Merini (1931 – 2009, nella foto) è stata una poetessa e scrittrice. Ha esordito come autrice a soli quindici anni. Per tutta la vita ha alternato la scrittura a periodi di malattia, con internamenti in diverse case di cura
Diretto da Alessandro Gassmann, «La pazza della porta accanto», interpretato da Anna Foglietta (foto a destra), racconta anche la storia d’amore tra Merini e un paziente del manicomio in cui lei era ricoverata