Corriere della Sera

Ferrari che pasticci, la fiesta la fa Rosberg

Doppietta Mercedes e ritiro per le Rosse, Vettel perde il secondo posto nel Mondiale

- DAL NOSTRO INVIATO Flavio Vanetti

Gomma squarciata Sebastian Vettel con lo pneumatico posteriore destro squarciato nel duello a inizio gara con la Red Bull di Ricciardo (Liverani)

Anche i campioni a volte sbagliano. Nella domenica della doppietta argentata Rosberg- Hamilton, dell’orgoglio messicano e di uno spettacolo fantastico a dispetto di una pista dove si sorpassa poco — 110 mila persone come a un concerto rock, tribune diventate muri umani osannanti —, Sebastian Vettel si scopre dapprima un bersagliat­o dalla iella (foratura alla curva 1 nel testa a testa con Ricciardo), poi un pilotastro (testacoda al giro 18, seguito da un altro errore mentre provava a spingere come un dannato per risalire) e infine un Maldonado qualsiasi che si schianta di brutto e saluta (giro 52), ammettendo la colpa: «Ragazzi, ho fatto crash: scusatemi».

Non va meglio a Kimi Raikkonen, che dopo aver reagito ai ceppi messigli sabato dalla malasorte (alla fine è partito con un motore nuovo di pacca, tanto era già in coda) incappa in una specie di casella del Monopoli dove non c’è la prigione ma Valtteri Bottas. In pratica, però, è la stessa cosa. Ricordate la disfida in staccata di Sochi tra i due finlandesi, con il solo Kimi sopravviss­uto (in qualche modo) al duello? Ecco, si è ripetuta tra le curve 4 e 5 — la «Lesmo» del circuito Hermanos Rodriguez — e nell’Ok Corral messicano stavolta ha la peggio Iceman 1, ritrovatos­i con una sospension­e fracassata. Invece Bottas va sul podio e prende per i fondelli il connaziona­le: «Sono incidenti di gara». Le stesse parole con cui Kimi aveva liquidato le sue proteste in Russia. Il dibattito sulle colpe resta aperto — Raikkonen era davanti, ma Bottas si era inserito all’interno — e speriamo che non sia l’inizio di un ciclo di sportellat­e, proprio come quelle che si tiravano Hamilton e Massa qualche stagione fa.

Riassunto in chiave rossa del ritorno della F1 in Messico dopo 23 anni: «Un week end di m...», parole di Vettel, alla peggior performanc­e della carriera. Era dall’Australia 2009 che la Ferrari non accusava un doppio ritiro; ed è la prima volta dal Gp del Giappone 2014, quello del dramma del povero Jules Bianchi, che il Cavallino resta a secco di punti. Ma soprattutt­o Seb perde il secondo posto in classifica, scavalcato da Nico Rosberg che regola i Sombrero Nico Rosberg sul podio dell’autodromo di Città del Messico (Ap) conti con Hamilton, incassa la quarta vittoria stagionale e un ribaltone da 25-0 sul ferrarista grazie al quale il -4 si trasforma in un +21. A due gare dall’epilogo, sembra un colpo da k.o. e Nico, sombrero in testa nella«fiesta» sul podio dentro il «motodrom» ricavato nell’ex stadio di baseball, lo sa. Per la cronaca, dopo le tensioni di Austin, c’è stato un dopo-gara liscio con Hamilton: i due si sono stretti la mano.

Ma nel Gp, Lewis non ha smesso un secondo di braccare Rosberg. Voleva vincere — un vero campione non si accontenta mai —, s’è incavolato quando l’hanno richiamato al secondo pit stop («Perché? Voglio che mi relazionat­e sullo stato delle gomme?») ha tentato l’ultimo golpe agganciand­o la calamita alle ruote del tedesco nella fase di ripartenza dopo la safety car uscita per l’incidente di Vettel. Però poi si è arreso, anche perché forse qualcuno gli ha detto di mollare il colpo. Una gara da rammentare per la coreografi­a mai vista prima, ma anche per dettagli tecnici — il rischio «arrostimen­to» dei freni causa l’altura e la minor aria disponibil­e per il raffreddam­ento; le velocità di nuovo altissime, come i 354 orari di Massa senza Drs —, ha consegnato le Williams e le Red Bull (con Kvyat ancora davanti a Ricciardo) alla lotta di consolazio­ne e la Ferrari ai mea culpa. Vettel ha ritrovato la favella nel paddock per commentare una partenza scarsa, per polemizzar­e con Ricciardo («Dove credeva di andare?») ma anche per accettare il 4 in pagella: «La corsa era rovinata, però poi ho sbagliato io». Maurizio Arrivabene prende atto della giornatacc­ia: «È una lezione di umiltà, per diventare grandi bisogna toccare il cielo e tenere i piedi per terra. Siamo finiti per terra, dobbiamo imparare».

Vettel «Un weekend schifoso, ho sbagliato tanto: chiedo scusa a tutti per aver sbattuto» Rossa a secco Era dal Gp di Australia del 2009 che non si ritiravano due Ferrari nella stessa gara

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