La DS4 si rinnova. E raddoppia con la Crossback
La versione «suvizzata» è più alta da terra e più protetta. Ma la trazione è sempre anteriore
Imporre un nuovo marchio è un’operazione titanica e, con DS, il Gruppo PSA sta procedendo in modo pragmatico, ma non febbrile. A marzo è arrivato il nuovo family feeling frontale su DS5 e ora succede lo stesso per DS4, mentre per DS3 bisognerà attendere il 2016. La DS4, però, allarga anche la sua offerta con l’introduzione della variante «suvizzata» Crossback, rialzata di 30 mm, con sovrastrutture fuoristradistiche, cerchi neri e barre sul tetto. La trazione rimane anteriore e, a parità di motore e allestimento, costa 1.300 euro più della berlina.
Muso e Crossback a parte, però, la DS4 non cambia nelle linee generali. Le dimensioni sono compatte, la linea è da coupé a quattro porte, l’abitabilità è ragionevole per quattro occupanti e restano le discusse porte posteriori di dimensioni un po’ contenute e con i cristalli fissi (ma il climatizzatore è di serie già sulla base). La qualità della vita a bordo è buona, le finiture sono sostanziose e gli allestimenti addirittura opulenti con la pelle lavorata a mano. In tema di connettività, esordisce su una DS il protocollo Car Play, che fa dialogare gli iPhone con l’infotainment.
Sono disponibili anche tre motori a benzina, ma saranno i tre diesel a equipaggiare il 90% delle vetture vendute in Italia, con una larga preferenza per il 1.6 da 120 cv, che comporta una spesa di almeno 25.650 euro per la berlina e 29.250 euro per la Crossback.
Bisogna dunque riconoscere a DS un approccio determinato, rigoroso e consapevole al mercato premium, visto che i La DS4 Crossback (sotto) è 30 mm più alta da terra della DS4. Cerchi neri e barre sul tetto listini sono allineati a quelli di Audi A3, Bmw Serie 1, Mercedes Classe A e Vw Golf.
Alla presentazione internazionale della vettura erano presenti solo le motorizzazioni più performanti. La Crossback con il 2 litri turbodiesel da 181 cv e il cambio automatico a 6 rapporti è scattante e silenziosa. Assicura prestazioni molto brillanti, ma l’assetto rialzato aumenta il rollio e toglie un po’ di sensibilità allo sterzo. La berlina con il 1.6 turbobenzina da 210 cv e il cambio manuale a sei marce è quasi sportiva, ma anche sfruttabile grazie alla coppia massima disponibile a regimi da diesel. L’assetto è fermo e, soprattutto, lo sterzo dà confidenza e permette di godersi a fondo la generosità del motore, che però «alza la voce» intorno ai 130 km/h.
Le rivali Il listino è allineato a quelli di Audi A3, Bmw Serie 1, Mercedes Classe A e Vw Golf