Nella fabbrica «riciclabile» della McLaren i bolidi fanno una mega-doccia prima di uscire
C’è anche un potente test anti-pioggia nella lista «maniacale» dei controlli
Si chiama McLaren Technology and Production Centre ed è un posto molto speciale. Perché è pieno di storia, come testimoniano fieramente i gioielli adagiati sul «boulevard» che accoglie i visitatori, pezzi rari che hanno scritto pagine importantissime della storia dell’automobilismo. Perché è un luogo che trasuda innovazione e maniacale cura per i dettagli, facilmente ravvisabile non solo all’interno dei luccicanti reparti all’interno dei quali vengono sviluppati e costruiti i nuovi modelli, ma anche semplicemente osservando il modo in cui la scenografica struttura riciclabile al 100% in cui nascono anche le vetture di Formula 1, si integra con la preziosa campagna inglese del Surrey, cercando di pesare il meno possibile sulla salute del pianeta (l’acqua del lago antistante, ad esempio, viene costantemente riutilizzata anche come refrigerante per gli ambienti di lavoro e gli impianti).
E anche perché non succede tutti i giorni che a portarti in giro per curiosare tra le linee di assemblaggio di uno dei marchi di auto sportive più blasonati al mondo sia l’erede del fondatore, in questo caso Amanda McLaren, figlia di Bruce, pilota e costruttore capace di lasciare segni indelebili nella storia del motorsport.
Qui dal 2009 ha sede anche McLaren Automotive, realtà magicamente sospesa tra artigianalità e industria, factory indipendente rispetto alla società che si occupa delle attività sportive del marchio che nel 2014 ha consegnato 1.649 auto ai suoi facoltosi clienti, +18% rispetto all’anno precedente, con ricavi in crescita del 67%.
«Quello che ci vuole per continuare a sviluppare la gamma, investire in ricerca e sviluppo e rendere più capillare la rete dei nostri concessionari», racconta il Ceo Mike Flewitt. Che si preparano ad accogliere la nuova 570S (186.500 euro).
Auto che nasce su questa linea di montaggio immacolata dove l’ultimo dei controlli qualità si chiama «monsoon test» perché in pochi minuti rovescia 16 mila litri di acqua su ogni esemplare realizzato per testarne la resistenza agli agenti atmosferici (cosa utile anche a ripulire in profondità l’auto, perché ogni singola McLaren viene testata a fondo su strada prima di essere consegnata).
Abbiamo avuto modo di guidarla sulle strade secondarie del Portogallo e in pista a Portimao, scoprendone la seducente anima «bipolare»: con 570 cavalli e un motore 3.8 V8 biturbo è un’auto ovviamente impressionante quanto a prestazioni assolute (3,2 secondi per lo 0-100, 9,5 per lo 0-200, 328 orari la velocità massima). Ma la 570S sorprende soprattutto perché è molto docile da utilizzare a bassa velocità e nel traffico per via di un ottimo cambio a doppia frizione e perché, pur zeppa di elettronica utile a scongiurare situazioni scabrose anche sotto la pioggia più insistente, riesce a restituire un feedback tattile incredibilmente preciso a chi guida.