Tronca: sfida per Roma. Il Papa lo incoraggia
Il primo incontro ufficiale del commissario è con Bergoglio: mi ha detto che bisogna avere forza ed energia
«Il Santo Padre mi ha detto che bisogna avere forza ed energia, e io gli ho risposto che con la sua benedizione le sfide si vincono». Fuori dal cimitero del Verano, il neocommissario Tronca sorride appena, la prima giornata romana vira al crepuscolo ed è di quelle che non si dimenticano.
La gente lo riconosce dalla fascia tricolore e gli si avvicina per stringergli la mano, «che Dio ti benedica, è un momento difficile!», si fa avanti una signora dandogli serena del tu : «Come ti chiami?». E lui, imperturbabile: «Francesco Paolo». Ha appena salutato il Papa, gli ha parlato per qualche minuto in sagrestia dopo averlo accolto all’ingresso. Seduto in prima fila alla messa, ha ascoltato Francesco parlare dell’infelicità di chi «va in giro a seminare zizzania» ed esclamare nell’omelia: «Quante volte siamo impazienti, nervosi, sempre pronti a lamentarci! Ma pensiamo a quelle mamme e quei papà tanto pazienti con i figli che li fanno impazzire, questa è la strada del Signore!».
Tronca, per parte sua, mostra una serenità olimpica. «È una sfida, vediamo che cosa riuscirò a fare». Era preoccupato, Francesco? «Guardi, era serenissimo. Si è voluto intrattenere con me e questo è veramente gratificante». E lei, è preoccupato? Il compito è arduo... «Perché, i due anni che sto lasciando dietro di me a Milano non lo erano?», alza le spalle. Del resto, «quando si esercita qualsiasi tipo di responsabilità, non bisogna mai avere atteggiamenti trionfalistici: piuttosto essere sempre molto sereni, positivi, ma affrontare tutto con grande umiltà».
Gli hanno domandato se incontrerà Renzi e lui si è limitato a un «lo spero». Se gli si chiede che cosa chiederà al governo, però, allarga le bracca: «Sono appena arrivato!».
Al mattino è andato a Palazzo Valentini per ricevere l’incarico da Franco Gabrielli e parlare per due ore con il prefetto. Poco prima di mezzogiorno, si è insediato in Campidoglio affacciandosi dal balcone per un saluto a beneficio di fotografi e passanti, «buongiorno e buona domenica a tutti». Nel pomeriggio l’appuntamento più atteso, per la festa di Tutti i Santi, dev’essere il primo inquilino del Campidoglio che il primo giorno incontra il Papa.
«Quando si vede un sorriso benedicente come quello del Santo Padre, e si sentono le sue parole di benvenuto e incoraggiamento, il timone lo si tiene in modo più solido». Niente proclami, comunque: «La prima cosa che farò? Rimboccarmi le maniche».
Il 6 novembre è prevista una riunione della commissione Italia-Santa Sede per il Giubileo, «ma l’ho appena saputo e devo vedere che impegni ci sono a Milano», spiega Tronca. L’8 dicembre Francesco aprirà la Porta Santa in San Pietro. Anche se l’Anno Santo della Misericordia potrà avere un prologo nella Repubblica Centroafricana: «Domenica 29 novembre ho in animo di aprire la porta santa della cattedrale di Bangui», ha spiegato Francesco all’Angelus. Sarebbe la prima volta che un Papa apre una porta santa fuori Roma. Un gesto simbolico (l’inizio del Giubileo non cambia) per «manifestare la vicinanza alla nazione» in un viaggio che «spero di poter realizzare», ha aggiunto. Il Papa esprime «viva preoccupazione» e chiede di «porre fine a questo ciclo di violenze». La guerra civile rischia di impedire l’ultima tappa (dopo Kenia e Uganda) del viaggio in Africa.
La porta santa Francesco: aprirò la porta santa nella Repubblica Centroafricana