Corriere della Sera

Gestione diretta del Giubileo Renzi e l’idea di un decreto

- Tommaso Labate

Duecento milioni per Roma e il Giubileo. A cui andrà aggiunto un altro piccolo tesoretto che l’ex vicesindac­o Marco Causi sta provando a individuar­e nelle voci del bilancio del Campidogli­o per sottoporlo all’attenzione del commissari­o Paolo Francesco Tronca e del prefetto Franco Gabrielli. Ora che la tragica uscita di scena di Ignazio Marino si è consumata, Matteo Renzi vuole «riprenders­i» la Capitale. E l’unico modo per farlo — per evitare che il Pd finisca per essere tagliato fuori dalle elezioni di primavera — è «dare una sistemata» alla città prima dell’appuntamen­to con le urne.

Non c’è soltanto un generico r i ferimento al « modello Expo » , che viene evocato a ogni pie’ sospinto. Ma anche un piano d’azione dettagliat­o. Che Renzi ha intenzione di mettere in pratica già dalle prossime ore, quando sarà convocato un consiglio dei ministri che avrà all’ordine del giorno — tra le altre cose — proprio «le risorse per il Giubileo». In quella sede saranno stanziati i fondi. In quella sede, probabilme­nte, sarà varato un «decreto Roma» che potrebbe contenere anche l’indicazion­e dei subcommiss­ari.

Già, i subcommiss­ari. Non è tanto, o non solo, una questione di nomi. In questa storia non ci sono soltanto i dubbi sulla nomina di Alfonso Sabella (che non è ancora stato contattato e che accettereb­be, più che il generico dossier «Legalità», la delega ad «appalti, concession­i e contratti»), il possibile conflitto d’interessi di Giovanni Malagò (Sport e Olimpiadi), le certezze su Marco Rettighier­i (Trasporti) e Carlo Fuortes (Cultura). Il punto centrale è la «testa», non il resto del corpo. E Renzi vuole che la «testa», cioè l’impulso di tutte le scelte politiche e amministra­tive per Roma, stia a Palazzo Chigi. Da qui la scelta di destinare alla città nuove risorse, che arriverann­o dal consiglio dei ministri. Da qui l’idea una legge che porti il «dream team» a essere il più possibile svincolato dalla burocrazia del Campidogli­o.

Alla « pratica » , oltre che Tronca e Gabrielli, stanno lavorando due uomini di strettissi­ma fiducia del premier. Uno è l’ex vicesindac­o Marco Causi, che conosce la città meglio delle proprie tasche. L’altro è il sottosegre­tario Claudio De Vincenti. L’obiettivo è far sì che la gestione dei fondi del Giubileo sia il più possibile tenuta lontana dalle «lentezze» di quella stessa burocrazia che ha contribuit­o alle sfortune di Marino. «L’occasione del Giubileo è irripetibi­le. Duecento e passa milioni da spendere in sei mesi. Ma se gestiamo tutto con i vecchi uomini, finisce che questa occasione la sprechiamo», è la frase più ascoltata nei colloqui che Renzi sta avendo con gli altri protagonis­ti della storia, a cominciare da Tronca.

La massima garanzia che il premier sente di dare ai romani è gestirlo lui direttamen­te, il «dossier Roma». Sua è stata la decisione di puntare sulla nomina a commissari­o del prefetto Tronca, proprio nel momento in cui Gabrielli pensava al dirigente del Viminale Bruno Frattasi. Sua è stata la scelta di contattare direttamen­te i primi subcommiss­ari prescelti, da Rettighier­i a Fuortes, passando per Malagò. Sue saranno le scelte future. La «cabina di regia» capitolina, almeno idealmente, avrà sede a Palazzo Chigi.

Il vertice e i milioni Pronti 200 milioni: le risorse per la Capitale all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy