Gestione diretta del Giubileo Renzi e l’idea di un decreto
Duecento milioni per Roma e il Giubileo. A cui andrà aggiunto un altro piccolo tesoretto che l’ex vicesindaco Marco Causi sta provando a individuare nelle voci del bilancio del Campidoglio per sottoporlo all’attenzione del commissario Paolo Francesco Tronca e del prefetto Franco Gabrielli. Ora che la tragica uscita di scena di Ignazio Marino si è consumata, Matteo Renzi vuole «riprendersi» la Capitale. E l’unico modo per farlo — per evitare che il Pd finisca per essere tagliato fuori dalle elezioni di primavera — è «dare una sistemata» alla città prima dell’appuntamento con le urne.
Non c’è soltanto un generico r i ferimento al « modello Expo » , che viene evocato a ogni pie’ sospinto. Ma anche un piano d’azione dettagliato. Che Renzi ha intenzione di mettere in pratica già dalle prossime ore, quando sarà convocato un consiglio dei ministri che avrà all’ordine del giorno — tra le altre cose — proprio «le risorse per il Giubileo». In quella sede saranno stanziati i fondi. In quella sede, probabilmente, sarà varato un «decreto Roma» che potrebbe contenere anche l’indicazione dei subcommissari.
Già, i subcommissari. Non è tanto, o non solo, una questione di nomi. In questa storia non ci sono soltanto i dubbi sulla nomina di Alfonso Sabella (che non è ancora stato contattato e che accetterebbe, più che il generico dossier «Legalità», la delega ad «appalti, concessioni e contratti»), il possibile conflitto d’interessi di Giovanni Malagò (Sport e Olimpiadi), le certezze su Marco Rettighieri (Trasporti) e Carlo Fuortes (Cultura). Il punto centrale è la «testa», non il resto del corpo. E Renzi vuole che la «testa», cioè l’impulso di tutte le scelte politiche e amministrative per Roma, stia a Palazzo Chigi. Da qui la scelta di destinare alla città nuove risorse, che arriveranno dal consiglio dei ministri. Da qui l’idea una legge che porti il «dream team» a essere il più possibile svincolato dalla burocrazia del Campidoglio.
Alla « pratica » , oltre che Tronca e Gabrielli, stanno lavorando due uomini di strettissima fiducia del premier. Uno è l’ex vicesindaco Marco Causi, che conosce la città meglio delle proprie tasche. L’altro è il sottosegretario Claudio De Vincenti. L’obiettivo è far sì che la gestione dei fondi del Giubileo sia il più possibile tenuta lontana dalle «lentezze» di quella stessa burocrazia che ha contribuito alle sfortune di Marino. «L’occasione del Giubileo è irripetibile. Duecento e passa milioni da spendere in sei mesi. Ma se gestiamo tutto con i vecchi uomini, finisce che questa occasione la sprechiamo», è la frase più ascoltata nei colloqui che Renzi sta avendo con gli altri protagonisti della storia, a cominciare da Tronca.
La massima garanzia che il premier sente di dare ai romani è gestirlo lui direttamente, il «dossier Roma». Sua è stata la decisione di puntare sulla nomina a commissario del prefetto Tronca, proprio nel momento in cui Gabrielli pensava al dirigente del Viminale Bruno Frattasi. Sua è stata la scelta di contattare direttamente i primi subcommissari prescelti, da Rettighieri a Fuortes, passando per Malagò. Sue saranno le scelte future. La «cabina di regia» capitolina, almeno idealmente, avrà sede a Palazzo Chigi.
Il vertice e i milioni Pronti 200 milioni: le risorse per la Capitale all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri