Londra ritrova la nebbia E fa felici (solo) i turisti
Felici i turisti, che ritrovano atmosfere perdute, meno i londinesi, vittime di disagi e inconvenienti. La nebbia torna ad avvolgere la città della Regina, di 007 e Sherlock Holmes ( foto). Non c’è nulla come la conferma di un luogo comune per entusiasmare il fanciullino (turistico) nascosto dentro di noi.
Il ritorno della nebbia di Londra non ha divertito i londinesi, vittime di disagi e inconvenienti; ma avrà fatto felici molti stranieri. Non c’è nulla come la conferma di un luogo comune per entusiasmare il fanciullino turistico nascosto dentro ognuno di noi.
La nebbia di Londra — pesante, inquietante, cinematografica — è come l’incidente a un torero in Spagna, un attacco di nostalgia in Portogallo, una notizia automobilistica in Germania, uno scandalo in Vaticano a Roma: uno stereotipo resistente al tempo e ai cambiamenti.
Cosa importa se la nebbia di Londra, coprotagonista dei romanzi di Dickens e Conan Doyle, è scomparsa alla fine degli anni Cinquanta, dopo il Clean Air Act del 1956, che impediva — tra le altre cose — la combustione del carbone per il riscaldamento domestico? La nuova legge s’era resa necessaria dopo che il Grande Smog del 2 e 3 dicembre 1952 uccise almeno 4 mila persone e provocò centomila attacchi respiratori.
Ma questa è cronaca, già diventata storia: l’opinione pubblica internazionale preferisce le leggende. L’idea della nebbia è durata almeno trent’anni di più della nebbia stessa. «Fumo di Londra» non è, forse, una sfumatura di grigio (prodotta senza legare una ragazza ad un letto)? E allora che fumo sia!, esulta il turista incosciente.
In mancanza di fumo, va bene anche questa nebbia pesante (fog), che cancella i nuovi
grattacieli, avvolge il Tamigi, s’intrufola tra i ricami finto-gotici della House of Commons. È un viaggio nel passato, per molti; un ritorno a rassicuranti fantasie pre-thatcheriane (qualcuno, in Italia, risentirà la voce di Sandro Paternostro).
Basta sole d’autunno, basta colori, basta tavolini all’aperto a Sloane Square, basta insalate mediterranee e buon vino! Se uno vuole queste cose, vada a Malaga: non a Londra. Good grief!